Cina e Taiwan non vogliono saldare un debito da un trilione di dollari con gli Stati Uniti

Gli Stati Uniti esigono la riscossione di un debito stretto oltre 100 anni fa con la Cina imperiale. Pechino ritiene invece che il salatissimo conto debba essere saldato da Taiwan

Cina e Taiwan non vogliono saldare un debito da un trilione di dollari con gli Stati Uniti
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Gli Stati Uniti bussano alla porta della Cina per chiedere la riscossione di un debito secolare che oggi ammonterebbe a circa un trilione di dollari. Pechino, citando gli avvenimenti storici del passato, ritiene invece che il salatissimo conto debba essere saldato da Taiwan.

Secondo quanto riportato da Asia Times, l’amministrazione Trump sta elaborando un piano d’azione con l’intenzione di recuperare l’ingente somma di denaro che, oltre 100 anni fa, il governo americano prestò alla Cina imperiale della dinastia Qing. Questi soldi furono utilizzati dai cinesi per finanziare la costruzione della ferrovia Hukuang ma nel 1911 la rivoluzione di Sun Tat Sen rovesciò l’imperatore e il programma si arenò.

Oggi, gli obbligazionisti e i rappresentanti dei detentori originari dell’ormai rinominato "antico debito cinese" insistono sul fatto che debba essere Pechino a rimborsare la somma. Una somma che, tenendo conto dell’inflazione e degli interessi maturati, arriva a toccare quota un trilione di dollari, cioè l’equivalente delle disponibilità dei titoli del Tesoro statunitensi nelle mani del Dragone.

La Cina ha chiarito la propria posizione affidandosi ai media statali: Pechino ha affermato che l’attuale Repubblica Popolare Cinese è stata fondata nel 1949, quando il debito era già stato sottoscritto, per giunta con un governo precedente. In quell’anno, tra l’altro, Mao Zedong cestinò tutti i trattati considerati ingiusti, compresi i contratti di obbligazioni e prestiti.

I cinesi sostengono inoltre che fu il nazionalista Chiang Kai Shek, sconfitto dai comunisti di Mao, a fuggire sull'isola di Taiwan con un pacchetto di prestiti, e che dunque spetti a Taipei ripagare il debito.

La Cina e Taiwan dicono no

L’American Bondholders Foundation, istituita per rappresentare i detentori di debiti stretti con la Cina nel periodo pre-comunista, ha dichiarato che la Repubblica Popolare Cinese, affermando di non voler saldare il debito con il governo americano, contraddice la propria linea politica. Pechino sostiene di essere l’unico governo legale che rappresenta la Cina? Bene, allora deve pagare senza nascondersi dietro a Taiwan, considerata dai cinesi una provincia ribelle.

Taiwan, dal canto suo, fa spallucce e ha già detto di non voler onorare alcuna pretesa di debiti collegati alla Cina continentale e riguardanti accordi sottoscritti dalla dinastia Qing e dal governo nazionalista del Kuomintang.

L’attuale Partito Democratico Progressista taiwanese non intende essere responsabile per le azioni di altri attori politici. Taipei ha inoltre ammesso che il rimborso di un trilione di dollari potrebbe esaurire le casse dell’isola.

Gli Stati Uniti, nonostante le difficoltà burocratiche, rivogliono indietro i loro soldi.

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