Coronavirus, accertata trasmissione da feci e urina

La Commissione sanitaria nazionale cinese ha spiegato che il contagio può avvenire anche con la trasmissione aerosol di piccole particelle di feci contaminate da coronavirus poi inalate dall'uomo

Coronavirus, accertata trasmissione da feci e urina

Quello che si supponeva ora è divenuto, purtroppo, una certezza. Il coronavirus può essere trasmesso anche dalle feci e dall’urina. Di ciò ne sono convinte le autorità sanitarie cinesi che hanno aggiunto questa ulteriore modalità di trasmissione dell’infezione a quelle già conosciute, tra cui la saliva, tossendo e starnutendo, i contatti diretti personali, il toccare con le mani contaminate bocca, naso o occhi. Lo scrive il South China Morning Post che ha reso pubblica una ricerca che ha rilevato tracce di coronavirus in campioni di feci prelevate da pazienti. Nell'ultimo piano di diagnosi e cura del virus, la Commissione sanitaria nazionale cinese ha spiegato che il contagio può avvenire anche con la trasmissione aerosol di piccole particelle di feci contaminate e la conseguente inalazione da parte dell'uomo.

In realtà della possibile diffusione del coronavirus attraverso gli escrementi se ne parlava già da qualche settimana. A metà febbraio, infatti, era stato isolato il pericoloso microrganismo in un campione di feci di un paziente infetto. La scoperta, riferita da Zhao Jincun, del laboratorio statale per le malattie respiratorie dell'Università di Guangzhou, era stata fatta dai ricercatori cinesi dell'ospedale di Sun Yat-Sen. Ma non erano state raccolte prove sufficienti che dimostrassero la trasmissione oro-fecale del virus.

La situazione per il coronavirus in Cina resta sempre piuttosto seria, nonostante siano diminuiti rispetto alle settimane scorse, almeno ufficialmente, il numero di persone morte e contagiate. Sono 2.981 i decessi totali provocati dall’infezione. Ad aggiornare i dati del contagio è stato il ministero della Salute di Pechino. Le persone risultate positive sono 80.270, con 119 nuovi casi e 38 decessi in più rispetto alla giornata di ieri. Restano in gravi condizioni 6416 pazienti. A Hong Kong, secondo la stessa fonte, i casi sono 100, con 2 morti e 10 a Macao.

Intanto le autorità sanitarie locali hanno fatto sapere che verrà utilizzato il Tocilizumab, un farmaco contro l'artrite di Roche Holding, per curare alcuni pazienti affetti da coronavirus in gravi condizioni. Il medicinale, venduto dal colosso farmaceutico svizzero con il nome commerciale Actemra, può essere prescritto ai pazienti con coronavirus che mostrano gravi danni ai polmoni e un livello elevato della proteina Interleuchina 6, che potrebbe indicare infiammazione o malattie immunologiche.

Secondo Roche, Actemra può aiutare a contenere l'infiammazione correlata all'Interleuchina 6.

Un semplice tentativo in quanto non ci sono prove cliniche che il farmaco sia efficace sui pazienti contagiati dal coronavirus. Inoltre, lo stesso farmaco non ha ancora ricevuto l'approvazione dall'Amministrazione nazionale dei prodotti medici, la Nmpa, per essere somministrato contro l’infezione che sta dilagando nel mondo.

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