Corte dell’Aia arbitro nello scontro Stati Uniti - Iran

Entro venerdì il Tribunale delle Nazioni Unite, con sede all’Aia, si pronuncerà sulla denuncia di Teheran nei confronti di Washington per sbloccare 2 miliardi di dollari di fondi iraniani

Corte dell’Aia arbitro nello scontro Stati Uniti - Iran

La guerra tra Stati Uniti e Iran continua e si sposta in tribunale.

Nei prossimi giorni la Corte internazionale di giustizia, con sede all’Aia in Olanda, dovrà esprimere il proprio giudizio sulla “malafede” iraniana come denunciato stamane dagli avvocati di Washington.

Gli Stati Uniti hanno definito “un abuso di diritto” la richiesta di Teheran di scongelare circa 2 miliardi di dollari di fondi iraniani, bloccati dalle corti di giustizia americane, e l’inoltro della stessa dinanzi al Tribunale delle Nazioni Unite.

Il governo di Teheran ha avviato questa causa contro Washington per riottenere il possesso di beni finanziari appartenenti al popolo iraniano, ma gli Stati Uniti hanno deciso di congelare queste somme per risarcire gli americani vittime di attacchi terroristici.

Il Tribunale dell’Aia ha dedicato ben 15 giudici alla controversia tra Stati Uniti e Iran, i quali dovranno decidere in merito alla propria competenza in materia, e quindi considerare la possibilità di pronunciarsi, entro la fine di questa settimana.

L’accusa iraniana imputa all’amministrazione Trump di aver violato inoltre un trattato bilaterale d’amicizia risalente al 1955 riguardante i rapporti economico-finanziari tra i due paesi e i relativi diritti consolari. Nonostante questo patto, l'Iran e gli Stati Uniti non hanno avuto relazioni diplomatiche per quasi 40 anni.

“L'invocazione del trattato del 1955 da parte dell'Iran costituisce un abuso di diritto" poiché "le relazioni amichevoli su cui si poggia non esistono più”, ha dichiarato Richard Visek, avvocato difensore di Washington.

Il "comportamento malevolo" e gli "atti di violenza" perpetrati negli anni da Teheran nei confronti degli Stati Uniti hanno compromesso troppo il rapporto diplomatico tra questi due paesi, soprattutto dopo aver riscontrato il “supporto” iraniano ad “attentati terroristici, assassinii e rapimenti”. “L'Iran ha le mani sporche, l'Iran è ovviamente in malafede”, ha ribadito Richard Visek dinanzi alla Corte dell’Aia.

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