Così J.K. Rowling viene "uccisa": il romanzo choc dell'attivista trans

In un romanzo post-apocalittico appena pubblicato negli Stati Uniti, la scrittrice J.K. Rowling muore bruciata viva in casa. L'autrice è un'attivista transgender

Così J.K. Rowling viene "uccisa": il romanzo choc dell'attivista trans

J.K. Rowling morta carbonizzata in casa sua. No, fortunatamente l'ideatrice di Harry Potter è viva e vegeta, ma è come viene descritta in un libro appena uscito negli Stati Uniti che sta facendo molto discutere. Trattasi, in particolare, del contenuto choc del romanzo d'esordio post-apocalittico della scrittrice trans Gretchen Felker-Martin, "Manhunt", il racconto di due donne transgender "che tentano di sopravvivere in un mondo devastato da una piaga che trasforma chiunque abbia abbastanza testosterone in corpo in una mostruosità urlante". Le attiviste trans sono in guerra con le "TERFs", l'acronimo dispregiativo che il mondo Lgbtq usa per etichettare per le cosiddette "femministe radicali trans-esclusive", J.K. Rowling inclusa, ovvero quelle femministre che ritengono che il sesso biologico sia predominante sul genere. A un certo punto del racconto uno dei protagonisti di "Manhunt" spiega che "la signora di Harry Poter", riferendosi evidentemente alla Rowling, diventa una "Terf pazza"; rovesciando a terra una lampada nel suo castello in Scozia, provoca un incendio e un'esplosione che fa "bruciare viva" Rowling e "crollare il suo castello". Un riferimento raccapriccante, se si pensa che la scrittrice, 56 anni, ha ricevuto minacce di morte per le sue posizioni contro l'isteria gender.

Rowling nel mirino degli attivisti transgender

L'autrice del romanzo si vanta di aver scritto "i libri più disgustosi in lingua inglese, libri sulla repulsione sessuale, sull'orrore del corpo, su come la violenza si forma e si inserisce nelle nostre vite". Come sottolinea il New York Post, twitta regolarmente e sponsorizza la fantasia violenta contenuta nel suo romanzo sulla Rowling, diventata un bersaglio degli attivisti trans più estremisti e violenti. "Se sei stufo dei romanzi scritti da autori transfobici, prova il mio romanzo Manhunt, scritto da una donna trans per un pubblico trans. Le donne trans si innamorano e scopano e uccidono Terf, uomini selvaggi cacciano nelle terre selvagge, J.K. Rowling muore, ecc.", ha scritto a marzo. L'ideatrice di Harry Potter è finita nel tritacarne della cancel culture dopo aver preso una posizione netta contro l'ideologia transgender e ribadito la supremazia del sesso biologico rispetto al gender.

Il caso era esploso quando la scrittrice aveva dato il proprio supporto a Maya Forstater, una donna che era stata licenziata dal suo luogo di lavoro per essersi opposta ad alcune proposte di legge del Regno Unito, secondo le quali ogni essere umano poteva indentificarsi con il genere di loro scelta, scavalcando quello biologico. Da allora ha subito minacce, intimidazioni, e le critiche delle star di Hollywood piegate alla woke supremacy. Esclusa dalla reunion del cast di Harry Potter per le accuse di "transfobia" che le sono piovute addosso negli ultimi anni, la polizia politica del politicamente corretto ha persino deciso di mettere a repentaglio la sua sicurezza e quella della sua famiglia pubblicando sul web il suo indirizzo di casa.

"Minacce di morte e di stupro"

Come accennato poc'anzi, la rappresentazione contenuta nel romanzo "Manhunt" è ancor più grave se si pensa che le minacce di morte e di stupro che J.K. Rowling ha dovuto subire sono reali. Come riportava Erika Pomella sul Giornale.it, lo scorso luglio l'autrice di Harry Potter ha condiviso sul suo account un tweet di un utente che le scrive: "Spero che tu possa trovare una bomba nella tua cassetta della posta". Attraverso questa condivisione, J.K. Rowling ha anche confessato che sta ricevendo delle minacce violente. La donna ha quindi affermato: "Ora che centinaia di attivisti trans hanno minacciato di picchiarmi, stuprarmi, uccidermi o farmi esplodere ho capito che questo movimento non mette in pericolo le donne". Nelle scorse settimane la scrittrice ha riunito in un ristorante italiano a Londra le femministe "gender critical" che sostengono la supremazia del sesso biologico sul genere, ostracizzate, licenziate, boicottate dalla cultura dell'annullamento.

Al pranzo di queste agguerritissime donne che si sono opposte pubblicamente - e non senza rischi e ripercussioni sulla propria carriera - alla dittatura del pensiero unico "woke", c'erano la professoressa Kathleen Stock, costretta a dimettersi dal suo ruolo di docente all'Università del Sussex dopo essere stata accusata di "transfobia" ed Helen Joyce, autrice di Trans: When Ideology Meets Reality, testo che tanto ha fatto arrabbiare le associazioni transgender.

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