Il 2016 è stato un anno buio e terribile per i cristiani nel mondo, con un numero elevatissimo di persecuzioni e omicidi a sfondo religioso. A testimoniarlo è il report annuale pubblicato nelle ultime ore da Open Doors Usa, importante associazione no-profit che aiuta e supporta i cristiani perseguitati, attiva in più di 60 paesi dove il cristianesimo è vittima di oppressione e violenze. Secondo l'associazione, che nel 2011 ha consegnato più di 3,1 milioni di bibbie in tutto il mondo e aiutato oltre 172 mila persone, il 2016 è stato l'anno peggiore per i cristiani da quando la stessa Open Doors ha iniziato il monitoraggio del fenomeno, circa venticinque anni fa.
Il rapporto "World Watch List 2016" sottolinea come le persecuzioni a danno dei cristiani su scala mondiale siano cresciute in modo drammatico per il terzo anno consecutivo, raggiungendo "livelli senza precedenti".
"I cristiani di tutto il mondo continuano a rischiare la detenzione, la perdita della casa e dei beni, nonché di subire torture, decapitazioni, stupri e persino la morte a causa della loro fede" - osserva il report, che stila la “lista nera” dei 50 paesi in cui le persecuzioni contro i cristiani rappresentano una dura e triste realtà. Nelle prime 10 posizioni troviamo dunque Corea del Nord, Iraq, Eritrea, Afghanistan, Siria, Pakistan, Somalia, Sudan, Iran e Libia. A seguire Yemen, Nigeria, Maldive, Arabia Saudita, Uzbekistan, Kenya, India, Etiopia, Turkmenistan, Vietnam e Qatar.
L'estremismo islamico rimane il principale responsabile della persecuzione cristiana nel mondo, colpevole della nascita di conflitti in 35 dei 50 paesi presenti nella lista. Inoltre, in nove delle dieci nazioni in cui i cristiani subiscono una “persecuzione estrema", la popolazione è per il 50% di fede musulmana.
"L'islamismo rimane la causa più comune di repressione contro i cristiani - si legge nel rapporto - ed è in forte aumento forte in Africa, dove più persone vengono uccise a causa della loro loro fede cristiana. Ciò avviene più qui che in qualsiasi altra parte del mondo”.
Da sottolineare il caso emblematico della Nigeria, che ha visto una drammatica escalation di omicidi a sfondo religioso per oltre il 62% nel 2016. La nazione più violenta, tuttavia, è il Pakistan, salito al numero 6 della classifica a causa di un livello di violenza anticristiana "superiore persino al nord della Nigeria".
Come dimostra lo studio, circa 215 milioni di fedeli nel mondo subiscono un livello alto - o molto alto - di persecuzioni e oppressioni. Per la prima volta in 25 anni, inoltre, l'India entra nella classifica stilata da Open Doors al numero 17. Qui, osserva il rapporto, "le comunità cristiane segnalano una crescita delle molestie a loro danno nel corso del 2016. Si segnalano episodi di la violenza fisica, incendi dolosi, profanazione di chiese e Bibbie. Di rado la polizia interviene".
Nel 2010, 428.856 persone di 70 paesi diversi hanno sottoscritto la petizione sui diritti globali di Open Doors, dicendo sì alla libertà di religione. L'istanza è stata presentata alle Nazioni Unite a New York il 6 Dicembre 2010. Purtroppo, ad analizzare i dati contenuti nel report 2016, la realtà sembra andare in un'altra direzione, e non è affatto quella della tolleranza religiosa e della convivenza pacifica. Un dramma, quello dei cristiani perseguitati nel mondo, troppo spesso sottovalutato e sottostimato dalle istituzioni e dall'opinione pubblica.
I numeri, forniti sempre da Open Doors, lo certificano in maniera tragica: ogni mese, nel mondo, vengono uccisi di media 322 cristiani, mentre altri 722 subiscono ogni tipo di violenza. Vittime innocenti che fanno poco rumore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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