La Russia è a un passo dal fallimento. Le sanzioni imposte alla nazione di Putin dopo l'attacco all'Ucraina stanno mettendo in ginocchio l'economia russa ogni giorno di più. E il gas, a queste condizioni, potrebbe non riuscire a fungere più da paracadute, perlomeno non da solo. "Il fallimento nazionale della Russia è solo questione di tempo", ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen in un'intervista al quotidiano tedesco Bild.
"Esportazioni giù del 70%"
E il motivo è presto detto: le sanzioni stabilite dai Paesi Ue e Nato, ogni settimana che passa, "si fanno strada più a fondo nell'economia russa: le esportazioni verso la Russia sono crollate del 70%", ha dichiarato la presidente. Ben 700 aerei russi hanno perso la licenza per mancanza di pezzi di ricambio e aggiornamenti software mentre centinaia di grandi aziende e migliaia di esperti stanno "voltando le spalle al Paese", sottolinea von der Leyen, riferendo che "secondo le attuali previsioni, il prodotto interno lordo in Russia crollerà dell'11%". Insomma, un crollo a tutti gli effetti ma è già troppo tardi per Mosca e il suo presidente così desiderosi di continuare il conflitto ucraino per conquistare l'ultimo e unico obiettivo minimo rimasto. "Con questa guerra - ha osservato la presidente della Commissione europea - Putin sta distruggendo anche il suo stesso Paese e il futuro del suo popolo".
"Prova che è come dici..."
I russi, stuzzicati sull'argomento e assolutamente consapevoli che la realtà in cui si trovano è precisamente quella del default, fallimento, non ci stanno e provano a contrattaccare a parole, affermando che il default della Russia "potrebbe trasformarsi in un default dell'Europa. Sia morale che, molto probabilmente, materiale": a dirlo è stato l'ex presidente russo Dmitry Medvedev, adesso vice capo del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, che su Telegram ha replicato a Ursula von der Leyen riguardo al fattore tempo del fallimento russo. "Bene, allora, provalo", scrive Medvedev secondo quanto riporta la Tass, accusando poi la presidente della Commissione Europea di avere avuto l'obiettivo della bancarotta di Mosca come "il piano segreto dei masochisti di Bruxelles". La questione, aggiunge, "non riguarda più la sofferenza di persone esauste, non la fine di un'operazione militare speciale, non la pace tanto attesa in Ucraina, ma il default della Russia". Per quanto riguarda le eventuali conseguenze per l'Europa, l'ex presidente russo ha avvisato che il sistema finanziario dell'Ue non sarebbe del tutto stabile e che le misure punitiva imposte alla Russia potrebbero provocare una iper inflazione per la quale "non si potrebbe più incolpare i cattivi russi".
"Petrolio nelle sanzioni"
Mentre i russi si leccano le ferite economiche, la von der Leyen rincara la dose spiegando che si sta lavorando per sviluppare meccanismi intelligenti in modo che "il petrolio possa essere incluso anche nella prossima fase delle sanzioni", ha dichiarato ai tedeschi della Bild a proposito del sesto pacchetto di sanzioni Ue alla Russia. Come si potrebbe realizzare questo obiettivo? Certamente, riducendo le entrate di Putin. Il petrolio, però, viene scambiato a livello globale.
"Quello che non dovrebbe accadere è che Putin applichi prezzi ancora più alti su altri mercati per forniture che altrimenti vanno all'Unione europea", ha spiegato von der Leyen, aggiungendo che tra i bersagli delle nuove sanzioni ci sarà ancora il settore bancario, "in particolare a Sberbank, che da sola rappresenta il 37% del settore bancario russo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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