Mentre le bombe continuano a cadere su Kiev, gli interessi in gioco si palesano al moltiplicarsi degli attori in scena. Ma con il bilancio delle vittime, cresce anche la percezione che dopo il conflitto in Ucraina il mondo non sarà più lo stesso. Ian Bremmer, politologo americano fondatore di Eurasia Group, spiega a ilGiornale.it quale potrebbe essere il nuovo ordine mondiale.
L'invasione dell'Ucraina nasce dal timore di Putin di un allargamento a est della Nato o fa parte di una strategia più ampia?
“Un po 'entrambi. In realtà, l’invasione dell’Ucraina è frutto del tentativo di riscattarsi dall'umiliazione della Guerra Fredda, che ha portato al declino dell'impero sovietico, forgiando un nuovo impero russo ed elevando Putin allo status di grande leader, paragonabile a Pietro il Grande e Caterina la Grande. Dico “era” perché l’obiettivo è decisamente fallito. Gli errori di calcolo di Putin si tradurranno in una Russia geopoliticamente più debole, un'Ucraina rinvigorita e anti-russa, un Occidente ricompattato, un'economia in rovina e un rischio maggiore di instabilità politica in patria: l'esatto opposto di ciò che Putin voleva ottenere. È difficile individuare un’opzione in cui la Russia non finisca per diventare radicalmente più debole rispetto a prima”.
L'Occidente ha risposto con una raffica di sanzioni che rischiano di far collassare l'economia russa. Questo potrebbe portare a una deposizione interna di Putin o la "Russia profonda", come sostiene Svetlana Aleksievich, sta con il suo zar?
“È improbabile che Putin venga rovesciato, almeno nel breve termine. Ha ancora troppo controllo su esercito, apparato di sicurezza e intelligence. Ma la minaccia alla sua sopravvivenza politica non è mai stata così elevata, e più durerà la guerra, più crescerà il malcontento interno. Man mano che l'economia implode e sempre più russi tornano nei sacchi per i cadaveri, il rischio di perdere il consenso si fa più concreto”.
Chi potrebbe sostituire Putin? Sarebbe un'alternativa migliore per la sicurezza mondiale o no?
“Non ci sono veri contendenti in campo. Per come funziona la Russia, sarebbe sicuramente qualcuno dell'apparato di sicurezza. Il problema è che questo gruppo, i siloviki, è molto leale e teme Putin. E le conseguenze per chi viene scoperto a tramare contro sono drastiche e permanenti. Chiunque riesca a sostituirlo con un colpo di stato probabilmente sarebbe un rischio per la sicurezza globale quanto lo zar. Anche se si spera che almeno abbia imparato qualcosa dai suoi errori”.
Qual è la migliore strategia per una de-escalation e quale nuovo ordine mondiale bisogna definire per garantirla?
“Perché avvenga qualsiasi de-escalation, Putin dovrebbe essere pronto a concedere qualcosa. Zelensky, o il suo successore al governo ucraino, non accetterà che l’Ucraina venga ridotta a un mini-stato permanente. Lo scenario più plausibile è un congelamento del conflitto dopo ulteriori combattimenti, soprattutto se la Cina è disposta a fare pressione sulla Russia affinché abbassi la tensione. Poi la Russia occuperà parti del sud e dell'est dell'Ucraina, mentre Zelensky istituirà un rump state, uno “stato superstite” nell’area occidentale. A quel punto la rottura con la Nato sarà definitiva e non ci sarà un accordo di pace, ma Putin potrà rivendicare la vittoria per aver "denazificato" e disarmato gran parte dell'Ucraina slava e rinvigorito la potenza russa sulla scena globale. In questo momento, però, tutti i segnali puntano verso una maggiore escalation”.
La guerra mette in discussione la dipendenza energetica dell'Europa dal carburante russo, mal vista da Washington. La Cina, con l’America impegnata in Ucraina, ha campo libero per rafforzare la sua influenza nel Pacifico meridionale. Alla fine chi ci guadagnerà di più?
“È ancora molto incerto. La Cina di certo non vuole una nuova Guerra Fredda in cui essere associata a una Russia perdente e sempre più ostracizzata, perché ciò implicherebbe la fine dei rapporti commerciali con l'Occidente e un blocco del G7 più forte e compatto contro Mosca e Pechino. Un rischio scongiurabile dai cinesi evitando di impantanarsi con Putin.
Gli Stati Uniti sono sicuramente in una posizione migliore rispetto all'Europa, che comunque alla fine ne uscirà rafforzata perché ridurrà la dipendenza strutturale dalla Russia e finalmente si occuperà sul serio della propria sicurezza”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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