Ecco l'Affirmation Tower, il grattacielo più alto e "inclusivo"

Il progetto, sviluppato e redatto da un team formato a maggioranza da donne e da uomini di colore, strizza l'occhio all'ideologia woke. "Sarà un simbolo per le generazioni future"

Ecco l'Affirmation Tower, il grattacielo più alto e "inclusivo"

C'è grande entusiasmo, negli ambienti più esclusivi di New York City, per il progetto dell'Affirmation Tower: il grattacielo più alto degli Stati Uniti sorgerà nel cuore di Manhattan, fra la 35esima e la 36esima, e sarà alto 506 metri, pari a circa 90 piani. Ma ciò che conta forse di più, l'Affirmation Tower sarà il simbolo dell'inclusione e dell'ideologia "woke" nel senso di essere "consapevoli e attivamente attenti a fatti e questioni importanti (in particolare questioni di giustizia razziale e sociale)". Progettato, sviluppato e finanziato da un importante team guidato a maggioranza da donne e neri, l'imponente edificio vedrà tra i suoi inquilini imprenditori appartenenti "alle minoranze" tanto care alla woke supremacy. Ci sarà spazio per almeno due hotel, una pista di pattinaggio, un complesso di intrattenimento, un ristorante sul tetto e una sala da ballo. Tutto molto chic e "inclusivo", come piace a una certa élite progressista.

"Sarà un faro per le generazioni a venire"

Più di 55.500 newyorkesi saranno assunti in sei anni, inclusi 15.000 posti di lavoro a tempo indeterminato, portando oltre 3,5 miliardi di dollari di nuove entrate fiscali nelle casse della città e dello stato in 30 anni. Come riporta Architecturaldigest, il grattacielo è stato progettato dall'architetto britannico-ghanese Sir David Adjaye. "Un progetto come Affirmation Tower è atteso da tempo per New York City. Questo progetto sarà un faro di diversità per le generazioni a venire”, osserva Don Peebles, direttore operativo della Peebles Corporation. "Le persone di colore e le donne costituiscono la stragrande maggioranza della popolazione di questa città, ma tale rappresentazione non si riflette nell'attuale paesaggio architettonico e di sviluppo. È un'opportunità fin troppo rara per noi rendere lo skyline più iconico del mondo più inclusivo di quanto non lo sia mai stato prima".

Un vero e proprio simbolo dell'ideologia dominante e dell'ossessione liberal per la politica identitaria. L'Affirmation Tower si preannuncia essere l'edificio più alto dell'emisfero occidentale, ma l'architetto e costruttore non ha voluto esagerare, per un motivo specifico: l'11 settembre 2001. Per rispetto delle 2.996 persone che hanno perso la vita in uno dei luoghi a New York giorni, infatti, il team ha deciso di tenere l'edificio più basso dell'One World Trade Center.

"Un inno alla cultura afroamericana"

Nel cuore liberal d'America, l'architetto Sir David Adjaye ha voluto rendere omaggio alla cultura afroamericana. L'edificio, infatti, ospiterà gli uffici della filiale della National Association for the Advancement of Colored People (NAACP), una delle prime e più influenti associazioni per i diritti civili negli Stati Uniti, fondata n el 1909. In un'intervista rilasciata ad AmNews, Cheryl McKissack, Presidente e CEO di The McKissack Group, ha affermato che l'80% di Affirmation Tower sarà di proprietà di persone di colore e mira ad essere una destinazione turistica simile al Museo Nazionale di Storia e Cultura afroamericana. Il gruppo McKissack sarà un partner al 10% dell'edificio. "Otterrà così tanta notorietà perché non è mai stato fatto prima nulla di simile", ha detto McKissack.

"Abbiamo bisogno di qualcosa di grande e audace per dire che New York è il posto in cui vorresti essere perché siamo lungimiranti, siamo progressisti nel nostro modo di pensare. Non stiamo solo facendo lo status quo. Stiamo facendo qualcosa di nuovo qui. Questo progetto è emblematico della vera equità nello sviluppo. Un simbolo per tutti coloro che visitano New York".

Ma oltre ad essere un inno alla cultura afroamericana, l'edificio è un simbolo della cultura woke che dilaga nel in tutto il Paese, quella che considera l'uomo bianco un peccatore e sinonimo di colonialismo e razzismo. E New York non poteva che essere avanguardia di un'ideologia sponsorizzata dal progressismo più identitario.

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