La propaganda in Russia continua imperterrita. Ma dopo tre mesi in Russia si è passati dal parlare di "operazione speciale" in Ucraina allo sdoganamento del termine "guerra". Succede nei talk show più seguiti della Federazione che tastano il polso della situazione internazionale e "informano", a modo loro, sull'escalation che sta prendendo il conflitto e di come i "cattivi" Occidentali abbiano sempre più il coltello tra i denti contro il presidente russo. L'esercito russo non si ritira, Putin dichiara di avere "armi mai viste prima", che non si arrenderà fin quando non saranno centrati tutti gli obiettivi ma la tv di regime cerca di far passare questi messaggi come una dichiarazione di guerra della Nato.
Cosa si dice sul Canale 1
La prova provata che lassù il mondo gira al contrario l'abbiamo vista poche ore fa sul Giornale.it: il Daily Beast inglese ha pubblicato alcuni passaggi significativi della trasmissione televisiva "60 Minutes" in cui, conduttore e ospiti, hanno iniziato a insinuare tanti dubbi e formulato le più disparate ipotesi sul prosieguo del conflitto. Colui che è considerato "la voce di Putin", Vladimir Solovyov, è colui che ci è andato più pesante dicendo che noi Occidentali siamo dei "bastardi senza morale" e che in caso di attacco nucleare, se quindi Putin premesse il pulsante, "noi andremo in paradiso, mentre loro semplicemente gracchiano". Non solo: ha affermato anche che la Russia è come se stesse combattendo "una continuazione della Seconda guerra mondiale" a causa degli aiuti di Nato e Usa che "sottovalutano" le conseguenze di quanto accade in Ucraina. Insomma, minacce belle e buone da degno amico intimo di Putin.
Come è cambiata la terminologia
Ma non è finita qui, perché nella follia di un programma seguito da milioni di spettatori, è stato detto molto altro: la caporedattrice di Russia Today, Margarita Simonjan, ha affermato "secondo quello che sappiamo del nostro leader Vladimir Putin, la soluzione più probabile è la terza guerra mondiale", aggiungendo che sia molto probabile anche un'esclation nucleare. Non poteva mancare il parere del politologo Mikhail Markelov, il quale ha affermato che "i rappresentanti di quei 40 diversi Paesi sono l'Hitler collettivo di oggi". Due parole le ha spese anche Vladimir Avatkov, diplomatico russo del Ministero degli Affari esteri, parlando di "futuro ordine mondiale" dove non c'è spazio "per l'egemonia e dove la Russia non può essere isolata". Infine, come ciliegina sulla torta, l'ospite Olga Skabeeva ha parlato del vertice di Ramstein come una "Terza guerra mondiale" perché "40 Paesi sono contro di noi. Hanno dichiarato guerra".
Insomma, è un linguaggio totalmente diverso da quello di due mesi fa creato ad arte per convincere e propagandare che questa situazione non sia causata da Putin ma da Stati Uniti, Gran Bretagna e tutti gli Alleati. Anche perchè i russi si sentono attaccati: la piega di questa propaganda è stata cambiata dopo l'affondamento dell'incrociatore Moskva.
I risultati del sondaggio russo
Come spiega il quotidiano Domani, un sondaggio russo condotto dall'Istituto Levada Center ha visto che il 57% della popolazione russa "incolpa gli Stati Uniti e i paesi della Nato per le morti e le distruzioni in Ucraina, il 17% l'Ucraina e solo il 7% la Russia". Altri dati indicano come siano responsabili del conflitto sia gli Stati Uniti che la Russia, a pari merito (30% a testa) mentre c'è uniformità di vedute in qualsiasi fascia d'età, dai più giovani agli anziani sulla vittoria finale di Putin.
Insomma, talk show come quelli che vanno in onda nel primo canale, propaganda su giornali e siti autorizzati dal regime rafforzano sempre di più sentimenti anti-europeisti e contro gli Occidentali inculcando l'idea che tanto, prima o poi, lo Zar ricorrerà chissà a quale sistema distruttivo pur di vincere. È un bluff o ci credono davvero? Non si sa, ma nel dubbio continuano imperterriti per la loro strada.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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