È ormai alle porte la riapertura delle frontiere dell'Unione europea agli stati stranieri, ed in questi giorni il dibattito si accentra sulla possibilità di accettare anche viaggiatori provenienti dagli Stati Uniti, zona fortemente colpita dal Coronavirus.
Dubbi anche su Brasile (1.280.054 contagi), Canada (102.794) e Russia (627.646 ). Non ci sarebbero problemi, invece, con la Cina. Tali considerazioni hanno quindi provocato un certo dibattito fra gli Stati membri dell'Ue, che devono ora mettersi d'accordo su come procedere.
Gli ambasciatori di tutti e 27 i paesi si sono incontrati e sentiti negli ultimi giorni per stabilire la migliore linea da seguire: l'obiettivo primario, ovviamente, è quello di tutelare l’area Schengen e prendere decisioni in comune, evitando che ogni stato scelga di agire di propria iniziativa ed in maniera diversa rispetto agli altri.
Secondo quanto riportato da "Repubblica", Bruxelles avrebbe proposto di stilare una lista di paesi ai cui cittadini sarà nuovamente permessa la libera circolazione. Non è facile, tuttavia, trovare un accordo, soprattutto perché Stati di una certa rilevanza (primo su tutti gli Stati Uniti) risulterebbero esclusi. Gli Usa, infatti, sono ancora considerati a rischio, secondo i criteri epidemiologici richiesti dall'Unione europea per essere ammessi all'elenco dei paesi ai quali verranno riaperte le porte. Per rientrare nella categoria di zona sicura, spiega il "Messaggero", che ha riportato uno dei dati presi in considerazione dall'Ue, è che il tasso dei nuovi casi di Coronavirus resti al di sotto, o almeno non superi, quello della media europea, ossia 16 su 100mila abitanti. Importante anche che il paese in esame possa garantire un punteggio medio totale di Ihr (International Health Regulations) superiore a 70.
Le frontiere dovrebbero riaprire il primo di luglio, quindi per la decisione finale i tempi sono stretti. Al momento sarebbero circa 15 i paesi riammessi, fra cui la Nuova Zelanda, l'Australia, il Venezuela, Cuba, India, Marocco, Corea del Sud, Giappone e Cina, che pur essendo l'epicentro dell'epidemia, ha attualmente un basso numero di contagi, malgrado il focolaio registrato a Pechino.
Previste, in ogni caso, delle misure di prevenzione, mediante utilizzo dei test.
Rimane un certo imbarazzo per quanto riguarda le relazioni con gli Stati Uniti. Una prossima riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti, uno degli organi del Consiglio dell'Unione europea, è prevista per lunedì, quando sarà o meno approvata la bozza messa a punto dagli Stati membri.
Stando a quanto riferito da una fonte a "Cnn" e riportato da "Nova", gli Usa non sarebbero stati risparmiati dalla lista nera, malgrado le rassicurazioni arrivate dal vicepresidente Mike Pence, secondo il quale l'America starebbe a sua volta riaprendo "in sicurezza e in maniera responsabile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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