Nessuna crudeltà o accanimento per il colore della pelle della vittima, solo legittima difesa. Questo sentenzierà la corte federale americana riguardo il caso di Ferguson, il luogo dove il 18enne afroamericano Michael Brown è stato ucciso dal poliziotto Darren Wilson lo scorso 9 agosto. Se questa decisione verrà confermata, le rivolte riprenderanno a susseguirsi in tutta Saint Louis, dove si trova il malfamato quartiere di Ferguson e nelle altre città degli Stati Uniti. La sola diffusione della notizia, che dovrebbe essere convalidata ad aprile, ha scatenato proteste per ora pacifiche in tutta la nazione.
Si tratterebbe della seconda delibera, in termini legali, a favore dell'ex poliziotto Wilson, che dopo l'omicidio ha rassegnato le dimissioni dalle forze dell'ordine. Già a novembre un tribunale dello stato del Missouri aveva giudicato Wilson innocente, affermando che si era trattato di legittima difesa. La corte federale dovrà decidere se sono stati violati i diritti civili della vittima, ovvero se il poliziotto ha ignorato le mani alzate in segno di resa e se ha sparato troppo presto perché Brown era nero, ma le indiscrezioni hanno negato questa possibilità. Quali sono ora gli scenari possibili per il futuro del caso Ferguson? Alla famiglia Brown restano ancora due strade per fare luce sulla morte del loro familiare: un'altra causa federale di violazione dei diritti civili aperta contro tutto il dipartimento di polizia di St. Louis e una causa civile intentata contro Wilson. Entrambe però saranno difficili da mettere in atto.
“Se un primo tribunale statale ha deciso che non c'erano accuse, è difficile che la corte federale vada contro questa decisione – ha detto l'avvocato Jeffrey Toobin alla CNN – inoltre la questione dei diritti civili è molto labile. Non possiamo sapere cosa avrebbe fatto Wilson se il ladro fosse stato bianco”. Il procuratore federale Eric Holder, a capo della giuria decretante sul caso, ha dichiarato ai media americani che le possibilità di un'incriminazione di Wilson sono basse. Dalla data dell'assassinio si susseguono le teorie su come siano andati realmente i fatti: alcuni testimoni hanno detto che Brown, il quale aveva appena rubato dei sigari in un negozio, si era arreso all'avvertimento del poliziotto. Altri raccontano di un pugno sferrato da Brown a Wilson quanto questi era ancora dentro l'auto della polizia e del fare minaccioso del giovane nero verso il poliziotto. Vari testimoni sono stati ascoltati in questi mesi senza mai giungere a un resoconto univoco. L'omicidio, seguito da un caso simile a Staten Island dove un altro afroamericano era stato ucciso dalla polizia, aveva scioccato tutti gli Stati Uniti e portato a manifestazioni contro il presunto razzismo delle forze dell'ordine. Le uccisioni dei due uomini erano state alla base dell'esecuzione di due poliziotti in servizio a New York da parte di un afroamericano che si voleva vendicare. Ora la decisione della corte federale rischia di riaccendere la fiamma violenta di proteste che negli ultimi tempi si era calmata.
Eppure l'arrivo del procuratore Holder a Ferguson poche settimane dopo l'omicidio e la nomina del poliziotto nero Ronald Johnson a capo delle operazioni di sicurezza di St. Louis avevano fatto ben sperare la comunità afroamericana della città, ora di nuovo sul piede di guerra. A Ferguson la percentuale di neri è del 67% mentre nel resto di Saint Louis è solo del 20%; i poliziotti in tutta la città sono in maggioranza bianchi.
Questo nuovo sviluppo delle indagini e la voglia di vendetta degli afroamericani probabilmente porterà a una situazione di caos in tutti gli Stati Uniti: un ostacolo difficile da fronteggiare per Barack Obama nell'anno che porta alle elezioni presidenziali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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