Fermato per stupro il teologo islamico Tariq Ramadan

A Parigi sono in atto indagini dopo le accuse di violenze avanzate da due donne

Fermato per stupro il teologo islamico Tariq Ramadan

Le accuse nei suoi confronti sono pesanti e parlano di stupro, aggressione sessuale, violenza e minacce. Di tanto sarebbe colpevole il noto teologo islamico Tariq Ramadan, secondo due donne che lo accusano, tra cui la scrittrice franco-tunisina Henda Ayari.

È stato fermato stamattina Ramadan, molto stimato nel mondo islamico per i suoi libri e le sue idee, sottoposto a un'indagine preliminare a Parigi. Secondo fonti giudiziarie si sarebbe recato spontaneamente dalla polizia, che lo aveva convocato per ascoltarlo.

Di nazionalità svizzera, ma con radici in Egitto, Ramadan è il nipote di Hasan al-Banna, il fondatore dei Fratelli musulmani in Egitto, corrente islamica che nel Paese ha espresso anche un presidente, poi spodestato dal golpe militare dell'attuale leader, Abdelfattah al-Sisi.

Le prime accuse contro Ramadan sono arrivate a ottobre, quando le due donne hanno per la prima volta parlato dei casi di violenze che sarebbero avvenuto nel 2009 e nel 2012. "Non ho mai voluto fare nomi perché ho ricevuto delle minacce", aveva detto allora la scrittrice Ayari, accusando il teologo di usare "l'islam per soddisfare le sue pulsioni sessuali".

Una seconda donna, che aveva preferito mantenere l'anonimato, aveva aggiunto al suo un racconto carico di dettagli pesanti. "Urlavo e gli chiedevo di smetterla, ma lui mi ha preso per i capelli e mi ha trascinato per tutta la stanza fino alla vasca da bagno, dove mi ha urinato addosso", aveva raccontato a Le Monde e Le Parisien, parlando anche di schiaffi e pugni e sostenendo che lui avesse detto che se lo meritava per la sua scelta di non portare il velo.

Dopo le accuse Ramadan, che ha negato tutto parlando di "calunnie" nei suoi confronti, ha

dovuto lasciare il suo incarico all'Università di Oxford, dove insegnava. La sua vicenda era finita anche su una copertina del magazine satirico francese Charlie Hebdo, che ai dissacranti disegnatori era valsa una serie di minacce di morte.

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