Francia, la prima Messa dopo il lockdown è in stile "drive-in"

La fase 2 francese non permette ai fedeli di tornare in chiesa. Prima Messa in forma di "drive in" nella periferia di Parigi. Il vescovo celebrante parla di "vittoria della vita"

Francia, la prima Messa dopo il lockdown è in stile "drive-in"

La fase 2 italiana consente ai fedeli di poter partecipare, seppur rispettando le norme di distanziamento sociale e con una serie di limitazioni numeriche, alla Messa. Quella francese no, non lo consente. Tanto che la prima celebrazione officiata dopo la fine del lockdwon, nella nazione transalpina, è stata organizzata attraverso una sorta di "drive-in". Sì, proprio come se si stesse assistendo ad uno spettacolo cinematrografico estivo.

La forma usata per la prima Messa in Francia è discussa anche nel Belpaese: si sta ragionando sull'eventualità che i concerti musicali e gli spettacoli teatrali possano sfruttare questa modalità, che è datata ma che può risultare ancora attuale. Ma la Messa no: in Italia le funzioni religiose continueranno a svolgersi nelle chiese. Anche se, dopo la sperimentazione delle celebrazioni online, più di qualcuno, pure tra i preti, pensa che anche in Italia le Messe possano tenersi all'aperto, con il caldo estivo che potrebbe rivelarsi un buon alleato sotto più punti di vista.

La forma del "drive-in" non è proprio canonica. E per questo è difficile immaginare che anche in Italia si assista a scene come quella che ha interessato Chalons-en-Champagne, una realtà prossima a Parigi, dove 500 persone, che erano distribuite in 200 automobili, hanno presenziato al rito dopo mesi. La vicenda è stata riportata da Il Messaggero, in un articolo che è stato ripreso anche da Dagospia.

In Italia, ormai lo sappiamo, è stato adotatto un protocollo, che è stato approvato dalla Conferenza episcopale italiana, dopo una lunga trattativa con l'esecutivo giallorosso. Una trattativa che ha anche presentato critiche vicendevoli, ma che poi si è risolta con l'avvallo delle celebrazioni dal 18 maggio in poi. Ieri è stato il primo giorno in cui i fedeli cristiano-cattolici sono tornati in chiesa. Papa Francesco, nella prima Messa della fase 2, ha chiesto alle persone di rispettare la salute di tutti. Le indicazioni delle autorità istituzionali, insomma, vanno seguite alla lettera. Anche per evitare un secondo lockdown. Ma di "drive-in" dalle nostre parti non si parla. A differenza della realtà francese, quella in cui il vescovo celebrante ha difeso la scelta, dichiarando che "questa Messa in automobile non è una scorciatoia, è una vera Messa". Il vescovo Touvet ha parlato anche di una "vittoria della vita". E i sacramenti?

L'eucaristia rappresenta una continua "emergenza spirituale" per il popolo di Dio. Ma la pandemia da Sars-Cov2 ha impedito alla persone di ricevere la comunione per un lungo periodo di tempo. Adesso ci si domanda come dare vita alla distribuzione dell'eucaristia, tenendo però in considerazioni la necessità di non diffondere i contagi da Covid-19. Ecco, con il "Drive-in" francese, i consacrati hanno optato per scendere all'interno del parcheggio, consentendo così alle persone presenti di fare la comunione. L'ostia è stata consegnata nelle mani dei fedeli (un altro punto che in Italia fa parte di una dialettica abbastanza complessa sul come si debba ricevere il sacramento).

Vedremo se, nel corso delle prossime

settimane, anche noi italiani assisteremo a Messe celebrate nei parcheggi. Mentre scriviamo, questo della Messa celebrata attraverso un "drive-in" sembra uno scenario difficilmente adottabile dalle nostre realtà episcopali.

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