Germania, arrestati tre profughi iracheni: "Preparavano attentato"

All’indomani dell’arresto dei tre profughi, il dibattito politico tedesco si è infiammato, in quanto i partiti di opposizione hanno accusato la cancelliera Merkel di avere finora concesso con “eccessiva generosità” l’istituto della protezione internazionale

Germania, arrestati tre profughi iracheni: "Preparavano attentato"

In Germania è stato in questi giorni sventato dalla polizia un “attentato islamista”. Il piano stragista non ha avuto attuazione grazie alla tempestiva incarcerazione delle presunte “menti” di quest’ultimo, ossia “tre stranieri muniti dello status di rifugiati”.

Le autorità federali hanno arrestato i presunti pianificatori dell’attentato in seguito a indagini condotte in tre Länder e in virtù dell’impiego di ben “200 investigatori”. Il fermo dei soggetti indiziati di attività terroristica ha avuto luogo nel circondario di Dithmarschen, al confine tra Germania e Danimarca. Gli individui incriminati, secondo quanto comunicato dalla polizia e dalla procura federali, sono “tre cittadini iracheni”: Shahin F., Hersh F. (entrambi ventitreenni) e Rauf S., di trentasei anni di età. Costoro, a detta degli inquirenti, godrebbero di “protezione internazionale”, riconosciuta loro dalle autorità di Berlino nel 2015. In quell’anno, l’esecutivo Merkel favorì l’ingresso nel Paese di oltre un milione di richiedenti asilo, provenienti in gran parte proprio dall’Iraq, oltre che dalla Siria e dall’Afghanistan.

Durante gli accertamenti effettuati dalla polizia all’interno dell’abitazione dei tre fermati sarebbe stato rinvenuto del “materiale esplosivo”, ossia “polvere pirica” ricavata da dei “fuochi d’artificio”. Secondo gli investigatori, tale polvere serviva a confezionare un “ordigno” diretto a esplodere in un “luogo affollato”. Sempre nell’appartamento degli Iracheni sarebbero state individuate dalle forze dell’ordine numerose “armi da fuoco” e molto “materiale propagandistico inneggiante all’Isis”. Gli inquirenti ritengono che gli immigrati in questione avrebbero acquisito fucili e pistole grazie all’aiuto di diversi “fiancheggiatori”, sparsi non solo in Germania ma “in tutta Europa”. La polizia e la procura federali hanno quindi annunciato di avere esortato le forze dell’ordine degli Stati Ue a “collaborare alle indagini”, al fine di “individuare tempestivamente” i sodali degli Iracheni fermati a Dithmarschen.

All’indomani dell’arresto dei tre profughi, il dibattito politico tedesco si è infiammato, in quanto i partiti di opposizione hanno accusato la cancelliera Merkel di avere finora concesso con “eccessiva generosità” l’istituto della protezione internazionale. Ad esempio, i nazionalisti di AfD hanno bollato l’incriminazione degli Iracheni come la dimostrazione del “fallimento delle politiche governative in ambito migratorio”. Secondo tale formazione politica, la cancelliera avrebbe finora “agito in maniera irresponsabile”, accordando lo status di rifugiato politico “a chiunque, persino ai jihadisti!”.

Critiche all’indirizzo dell’esecutivo di Berlino sono state espresse anche dai liberali

dell’Fdp. Costoro hanno infatti biasimato la Merkel per avere, a partire dal 2015, esposto la Germania a un’“immigrazione indiscriminata”, non sottoposta ad “alcun monitoraggio” da parte delle autorità federali.

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