L'India ha testato con successo il missile balistico intercontinentale Agni-V in configurazione finale. È quanto ha annunciato pochi minuti fa il Ministero della Difesa indiano. L’Icbm è stato lanciato questa mattina dall’isola di Abdul Kalam, nella parte nordorientale del subcontinente indiano, al largo delle coste dello stato orientale dell'Orissa. Il sistema Agni-V è ritenuto l'Icbm più avanzato dell'India. Nirmala Sitharaman, Ministro della Difesa indiano, ha definito il test come “un importante stimolo per le capacità missilistiche del paese”.
L'Agni-V è stato testato cinque volte dal 2012, con ultimo lancio avvenuto il 26 dicembre del 2016. Il Comando delle forze strategiche dell’India dovrà effettuare ulteriori lanci sperimentali prima che il sistema da 50 tonnellate possa entrare in produzione di massa.
Il missile Agni-V
L'Agni-V è un missile balistico a tre stadi a combustibile solido di 17 metri, diametro di due, sviluppato dal Defence Research and Development Organisation (DRDO) dell'India. Basato su lanciatore mobile a sette assi, è progettato per trasportare un carico utile di oltre mille kg a 5800 chilometri di distanza. Sebbene sviluppato come aggiornamento del missile balistico a raggio intermedio Agni-III, l'Agni-V è un progetto completamente nuovo. Il primo stadio (fino a 40 km di altezza) è stato adattato dal sistema Agni-III. Secondo (150 km) e terzo stadio (300 km di altezza) sono stati realizzati in materiale composito. Il missile raggiunge gli 800 km prima di rientrare nell'atmosfera terrestre per colpire il bersaglio. Il 60% dei sottosistemi utilizzati nell'Agni-V provengono dall'Agni-III. I tre stadi del missile a propellente solido sono stati testati indipendentemente nel 2011. Il sistema di navigazione inerziale basato su giroscopio laser ad anello e l'accelerometro, sono stati sviluppati utilizzando tecnologie avanzate.
Nei primi due test, avvenuti rispettivamente nell’aprile del 2012 e nel settembre del 2013, l’Icbm è stato lanciato in configurazione aperta. Nei successivi due test avvenuti nel gennaio del 2015 e nel dicembre del 2016, l'Agni-V è stato testato da un tubo di lancio sigillato ermeticamente. Soprannominato China-killer dai media indiani, è il primo sistema d’arma in grado di colpire tutto il territorio cinese. In realtà, il missile ha ne suo raggio tutta l’Asia e parte dell’Europa orientale. Per intenderci: se venisse lanciato dall’isola di Abdul Kalam, l'Agni-V avrebbe nel suo raggio utile l’intera Sicilia. Per i cinesi, l'Agni-V avrebbe un raggio utile di ottomila km (l'autonomia può essere ulteriormente aumentata riducendo il carico utile). Secondo Pechino il governo indiano ha deliberatamente minimizzato la capacità del missile per evitare di destare preoccupazione negli altri paesi. La portata utile effettiva del missile Agni-V è classificata. Quello che entrerà in servizio con le forze strategiche dell’India dovrebbe possedere la capacità di trasportare da a tre a dieci testate Mirv.
Oltre ai missili a corto raggio Prithvi e Dhanush, lo Strategic Forces Command gestisce i missili Agni-I (700km), Agni-II (2000 km) e Agni-III (2500 km) principalmente orientati verso il Pakistan. L'Agni-IV (3500 km) e l'Agni-V (5800 km) sono specificamente pensati per la deterrenza contro la Cina.
Secondo la stima della Federazione degli Scienziati Americani, l’India possiede un arsenale strategico di 130 testate termonucleari schierate su diversi vettori. Insieme a Pakistan e Corea del Nord, l'India è uno dei 13 paesi a non aver firmato il Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari.
Perchè i lanciatori mobili
La teoria alla base di un Icbm mobile è molto semplice. A causa dello loro peculiare asimmetria strategica (la mobilità) i lanciatori sarebbero al riparo da possibili attacchi preventivi del nemico. Gli Icbm mobili avrebbero la capacità di lanciare da qualsiasi parte del territorio indiano con preavviso minimo e tempi di esecuzioni minori rispetto ad un bombardiere o un sottomarino. Sarebbe impossibile (è un concetto generale) monitorare e colpire tutti i lanciatori di una potenza strategica schierati casualmente sul proprio territorio ed in costante movimento.
L'evoluzione della tecnologia MRV
La tecnologia Multiple reentry vehicle, Mrv, si basa sulla capacità di conferire ai missili balistici un maggiore letalità, pur mantenendone invariato il numero. Le testate Mrv conferiscono al missile la capacità di colpire con diversi vettori un singolo bersaglio. Il concetto si è poi evoluto nelle testate Mirv o Multiple independently targetable reentry vehicle. Le testate Mirv, a differenza delle Mrv, colpiscono diversi bersagli invece di massimizzare la loro efficacia su un solo obiettivo. Le testate Marv o Maneuverable reentry vehicle, infine, rappresentano l’ultima evoluzione delle Mirv.
Le Marv sono ritenute in grado modificare il proprio percorso in volo con brusche manovre così da ingannare i sistemi anti-balistici. Le piattaforme ipersoniche, che entreranno in servizio tra 10/15 anni, riscriveranno il modo stesso di concepire una difesa antimissile ed imporranno un cambiamento nella postura nucleare deterrente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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