"Sento che il Papa prega per mia madre e continuerà a pregare. E con le sue preghiere mia madre sarà liberata". Alla vigilia dell'udienza della Corte Suprema di Islamabad sul caso di Asia Bibi, la cristiana pachistana condannata per blasfemia, la figlia della donna, Esham, ha ricordato la visita in Vaticano al Pontefice, compiuta nell'aprile del 2015. E ha lanciaro un appello a papa Francesco affinché con le sue preghiere interceda a favore della madre, rinchiusa da anni nel braccio della morte di un carcere pakistano.
La blasfemia è un tema estremamente delicato in Pakistan dove l'islam è la religione di Stato. La legge prevede, infatti, la pena di morte per chi venga condannato per aver insultato la religione di Maometto. Troppo spesso, però, l'accusa di blasfemia viene utilizzata per risolvere controversie personali. Asia Bibi è diventata un simbolo delle persecuzioni degli islamici in Pakistan, ma le autorità pachistane non sanno se rispettare i diritti umani della donna o cedere alle pressioni degli estremisi islamici.
Nel 2010 papa Benedetto XVI chiese pubblicamente la liberazione di Asia Bibi. Il marito ha anche scritto al presidente pachistano, Mamnoon Hussain, per ottenere la grazia e l'autorizzazione a partire per la Francia, ma è stato tutto invano.
Sono stati respinti numerosi ricorsi, anche se la Corte Suprema lo scorso anno ha accettato di esaminare il caso. "L'udienza è stata fissata per la seconda settimana di ottobre - ha detto l'avvocato di Bibi, Saif-ul-Mulook - ma non è stata data una data precisa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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