Mentre il premier Benjamin Netanyahu vola a Berlino, dove sarà impegnato in una serie di incontri con il segretario di Stato americano John Kerry, il ministro Frank-Walter Steinmeier e Federica Mogherini, Alto rappresentante per la Politica estera nell'Unione Europea, in Israele si ricominciano a contare le aggressioni.
L'ennesimo attacco contro un passante è stato messo a una trentina di chilometri da Gerusalemme, da due palestinesi armati di coltello. È rimasto ferito soltanto in maniera lieve l'assalitore, preso di mira in una strada del centro a Bet Shemesh, ferito uno degli aggressori e ucciso l'altro.
I due uomini volevano colpire su un autobus, ma sono stati i passeggeri a impedirgli di salire. Da qui la decisione di prendere di mira un 25enne che passava da quelle parti.
Un'altra aggressione, questa volta contro due militari, a Gerusalemme. Un uomo è stato colpito a morte a via Yirmiyahu, vicino alla linea di separazione tra la parte israeliana e quella palestinese della città. Si trattava non di un palestinese ma di un israeliano ebreo.
L'elenco delle vittime si allunga ancora con i nomi di tre palestinesi uccisi a Hebron dai militari israeliani, dopo che questi avevano cercato di investirli con un'automobile vicino al villaggio di Beit Ummar. Quattro i soldati feriti, prima che gli aggressori venissero ammazzati.
Chiarissima la posizione di Khaled Mashaal, leader di Hamas, che parlando in Sudafrica ha ribadito che l'ondata di accoltellamenti continuerà. Gli islamisti di Gaza - che sarebbero pronti a una nuova campagna di attacchi suicidi - parlano di una "Intifada di Gerusalemme", tentanto di mettere il cappello su azioni che al momento sembrano piuttosto prive di una guida politica.
"Deve cessare ogni violenza", ha detto da Berlino John Kerry, prima di un faccia a faccia con il premier israeliano. L'incontro tra i due è iniziato poco prima delle otto e condannato una retorica che non serve a una soluzione della situazione. Sabato, ad Amman, il Segretario di stato americano vedrà il re di Giordania e il presidente palestinese Abu Mazen.
Dura la condanna alle autorità da parte di Netanyahu: "Non c'è dubbio che questa ondata di attacchi viene spinta
direttamente dall'incitamento, dall'incitamento di Hamas, dall'incitamento del movimento islamico in Israele e dall'incitamento, mi dispiace dirlo, del presidente Abbas (Abu Mazen, ndr) e dell'Autorità palestinese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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