"Massiccio attacco russo entro 48 ore": ecco dove possono colpire le forze dello Zar

Mosca continua a premere su Severodonetsk, contro la quale potrebbe sferrare un massiccio attacco nel giro delle prossime 48 ore

"Massiccio attacco russo entro 48 ore": ecco dove possono colpire le forze dello Zar

"La Russia vuole isolare completamente Severodonetsk". È questo l’ultimo allarmo lanciato dal governatore della regione di Lugansk, Sergej Haidai, che ha parlato di un probabile, massiccio attacco nemico "per prendere la città" entro 48 ore.

La situazione a Severodonetsk

Le forze del Cremlino continuano a premere su Severodonetsk, ormai diventata a tutti gli effetti una sorta di "seconda Mariupol". La situazione in città è estremamente difficile. Mosca ha concentrato la maggior parte dei suoi sforzi nella regione settentrionale di Lugansk, e qui impiega l'artiglieria su larga scala con un vantaggio sugli ucraini di 10 a uno. "Continuiamo a mantenere le nostre posizioni", ha assicurato Valeri Zalouzhny, il comandante capo dell'esercito ucraino, affermando che "ogni metro di terra ucraina è coperto di sangue, non solo il nostro, ma anche quello dell'occupante".

In ogni caso, l'obiettivo tattico chiave del Cremlino non sembrerebbe essere cambiato. "I russi stanno premendo a Severodonetsk, dove continuano aspri combattimenti, letteralmente per ogni metro", ha dichiarato il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky nell'ultimo video pubblicato sui social, dove riferisce anche di pressioni dell'esercito di Mosca in direzione di di Lysychansk, Bakhmut e Slavyansk.

I civili di Azot

Desta particolare preoccupazione la vicenda dello stabilimento Azot, sempre a Severodonetsk. Sembrava che i civili nascosti all’interno, dopo l’ennesimo bombardamento russo, si fossero decisi a lasciare la struttura (a differenza dei militari, ancora asserragliati nell’edificio). A quanto pare, invece, sarebbero usciti dall’impianto soltanto alcune persone. "Sul territorio dello stabilimento di Azot a Severodonetsk restano circa cinquecento civili, di cui quaranta bambini", ha comunicato il governatore regionale Haidai, spiegando le difficoltà legate all'evacuazione delle persone dalla città del Donbass duramente attaccata dalle forze russe.

A Severodonetsk i russi hanno inoltre distrutto un altro dei tre ponti che collegano la città al resto della regione. Il terzo, "che è stato tutto il giorno sotto il fuoco nemico, è vecchio e ad alto rischio di crollo", ha sottolineato lo stesso Haidai, ribadendo che "non c'è evacuazione da Severodonetsk. L'unico modo per uscire dalla città è percorrere il ponte sopravvissuto, ma è estremamente pericoloso". Per questo l'amministrazione regionale sta "lavorando con la vicepremier Iryna Vereshchuk" per organizzare un'evacuazione. "Ci auguriamo che sia possibile un'uscita organizzata dalla città, ma per questo dobbiamo ottenere garanzie di sicurezza", ha concluso Haidai.

Mosca sotto accusa: bombe a grappolo su Kharkiv

Intanto la Russia è stata accusata da Amnesty International di aver utilizzato in maniera indiscriminata armi proibite, come le bombe a grappolo, uccidendo centinaia di civili nella città di Kharkiv. L'organizzazione ha puntato il dito contro le truppe di Mosca, ree, a detta di Amnesty, di bombardare indiscriminatamente i quartieri residenziali di Kharkiv.

Gli investigatori di Amnesty International hanno trovato prove dell'uso ripetuto di munizioni a grappolo 9N210 e 9N235, tutte vietate dai trattati internazionali.

"La popolazione di Kharkiv ha dovuto affrontare incessanti bombardamenti indiscriminati negli ultimi mesi, uccidendo e ferendo centinaia di civili", ha affermato in una nota Donatella Rovera, consulente per Amnesty International. Rovera ha considerato l'uso di tali armi "scandaloso". Questo, secondo la stessa, mostra "l'assoluto disprezzo" della Russia per la vita dei civili.

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