"L'Isis ha rivoluzionato il mondo del terrorismo"

Il capo dell'Fbi: "Al Qaeda rappresentava un modello molto diverso rispetto alla minaccia che dobbiamo affrontare oggi"

"L'Isis ha rivoluzionato il mondo del terrorismo"

La nascita dello Stato islamico e, soprattutto, il suo modo di diffondere la propria propaganda su Twitter e i social, ha rivoluzionato il terrorismo islamico. A sostenere questa tesi, durante una conferenza a New York, è il capo dell'Fbi, James Comey: "Al Qaeda rappresentava un modello molto diverso rispetto alla minaccia che dobbiamo affrontare oggi". Il capo dell'Fbi ha anche aggiunto che il bureau ha al momento "centinaia" di inchieste aperte in tutti e 50 gli Stati che riguardano progetti di attacchi ispirati dal Califfato.

Comey ha inoltre ammesso che l’uso di comunicazioni criptate da parte dei terroristi ha reso molto più difficile il lavoro delle forze dell’ordine. Ciò su cui ha puntato il califfato è, innanzitutto, la "pubblicità". I video del terrore ne sono una dimostrazione, ma anche le campagne social. Inoltre, Isis punta ad avere sempre nuovi adepti e, per averli, è disposto anche a chiudere un occhio sulla loro selezione che, come ben spiegato Loretta Napoleoni, viene fatta sui campi di guerra in Siria e Iraq.

Intervenendo alla conferenza, Comey ha spiegato che la "vecchia al Qaeda", quella "dei vostri genitori" rappresenta "il tumore principale del terrorismo" che, prima dell’11 settembre e poco dopo, "era basato nelle regioni afghane e pakistane" ed era "focalizzato su attacchi spettacolari".

Ben diversa, invece, la strategia "globale" degli uomini del califfato che hanno perfezionato l’uso dei social, Twitter in primis, per diffondere il loro messaggio e contattare potenziali seguaci, negli Usa e altrove.

"Twitter funziona come canale per vendere libri, per promuovere film ma anche per il 'crowdsourcing del terrorismo' - per vendere morte", ha osservato Comey.

Altro punto dolente per le indagini, ha spiegato, è l’abitudine di utilizzare sistemi di crittografia 'end-to-end' tra Isis e gli individui che progettano attacchi in suo nome. Il numero uno dell’Fbi si è quindi detto convinto che le forze dell’ordine e le compagnie di tecnologia possono lavorare insieme per affrontare le nuove minacce: "Non vogliamo oscurare internet", ha assicurato.

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