Sta facendo discutere in Brasile il caso della 20enne Nicole Maria Ferreira da Costa, che ha pugnalato a morte il fidanzato con un "ago da narghilè" dopo un banale litigio per "questioni di cucina": Gli ultimi dettagli sulla morte del 24enne Adailton Gomes de Abreu Sousa, avvenuta il 18 settembre dello scorso anno e per cui è attualmente incriminata la da Costa, fanno appunto riferimento a una lite esplosa tra i due riguardo a un piatto da fast-food e che avrebbe innescato la furia della giovane. Adailton svolgeva la professione di meccanico, aveva una figlia di due anni nata da una precedente relazione ed era legato alla 20enne in questione sempre da circa due anni. Il fatto di sangue si è verificato nel Comune di Aparecida de Goiânia, nel Brasile centrale.
In base alle ultime ricostruzioni degli inquirenti, il diverbio tra la da Costa e Adailton sarebbe iniziato quando la coppia era uscita con le due sorelle del ragazzo, di 13 e 16 anni di età, la mattina di quel 18 settembre. Lo scontro tra i fidanzati sarebbe continuato, dopo la passeggiata, a casa della 20enne e proprio lì si sarebbe consumato l'omicidio. Oggetto della lite sarebbe stato un tipico piatto di pasticceria brasiliano da fast food simile al samosa indiano, ossia uno snack consistente in un guscio triangolare di pasta farcito e fritto. Non sono ancora chiari però né la frase fuori posto alla base della litigata né chi dei due fidanzati avrebbe reagito in maniera tale da esasperare il diverbio fino al tragico epilgo.
Tornati a casa i fidanzati dopo avere battibeccato in strada, la da Costa, la sera di quel giorno, avrebbe continuato a litigare con Adailton, per poi pugnalarlo al petto con un ago da narghilè, staccato da una pipa presente nell'abitazione. Le due sorelle del malcapitato, hanno stabilito gli investigatori, non erano in casa al momento del delitto.
Dopo che la polizia si era recata sul luogo del crimine, gli investigatori avevano allora iniziato a sospettare che Adailton avesse avuto un attacco di cuore, ma avrebbero in seguito notato una ferita sul suo corpo; il giovane aveva infatti un capezzolo lesionato e il cuore perforato. Il malcapitato, a detta del medico legale, non avrebbe sofferto molto prima di morire.
La da Costa, interrogata dagli agenti sulla vicenda, avrebbe in un primo momento giurato di avere colpito il 24enne in legittima difesa, sostenendo che lui l'aveva aggredita con l'ago incriminato. Tuttavia, i poliziotti avrebbero rapidamente escluso l'ipotesi di autodifesa, non trovando alcuna ferita sul corpo della giovane. Gli inquirenti avrebbero anche accertato che i litigi fondati su motivi futili erano all'ordine del giorno tra i due innamorati.
Alla fine, la ragazza ha collaborato con gli investigatori ammettendo la propria colpevolezza e dichiarandosi sconvolta e angosciata per il proprio crimine. Dopo una breve detenzione, la da Costa si trova ad oggi libera su cauzione, in attesa del suo processo.
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