Sembra di tornare al 1982: Gran Bretagna contro Argentina, Sudamerica contro vecchia Europa, il dittatore generale Galtieri contro il governo di Sua Maestà Britannica guidato da Maggie Thatcher. Al centro, naturalmente, le isole Falkland (o Malvine, per dirla all'argentina).
Parlare di venti di guerra sarà forse affrettato, ma la tensione è sicuramente alta: il Regno Unito si prepara a rafforzare il proprio contingente sulle isole al largo della Patagonia, poste sotto la sovranità della corona britannica ma rivendicate dall'Argentina come parte integrante del proprio territorio nazionale. Lo annuncia da Londra il tabloid Sun, che, citando fonti governative, anticipa le dichiarazioni del ministro della Difesa Michael Fallon, pronto a svelare i piani britannici per aumentare gli effettivi dislocati sulle isole.
L'Argentina si prepara al riarmo
Un rapporto del ministero della Difesa, infatti, avrebbe svelato rinnovate pretese argentine sulle isole, da sempre nel mirino di Buenos Aires ma tenacemente difese da Londra. Al momento la Gran Bretagna dispone di 1.200 uomini, con una piccola flotta aerea di elicotteri e jet da combattimento. Nelle ultime settimane è stato reso noto che Buenos Aires starebbe trattando con la Russia per dodici bombardieri a lungo raggio, acquistati da Mosca in cambio di derrate alimentari molto utili al Cremlino per aggirare le sanzioni Ue.
Nel gioco diplomatico, la mossa russa è stata letta come una "puntura di spillo" di Putin alla Gran Bretagna, in particolare dopo le pesanti critiche avanzate da Londra alla gestione che il Cremlino ha riservato alla questione ucraina: "La Crimea è più russa di quanto le Falklands non siano britanniche", ha detto ieri, secondo quanto riporta il Moscow Times, il presidente della commissione Esteri della Duma Alexei Pushkov.
Le ambizioni della Kirchner
In Argentina, dove il numero e la frequenza delle rivendicazioni sono molto aumentate da quando è stata eletta presidente Cristina Kirchner, il sogno di riappropriarsi delle isole non è mai sopito del tutto. Gli analisti militari britannici, secondo The Telegraph, ritengono che senza il dislocamento di una portaerei o senza la possibilità di dispiegare rapidamente una task force operativa, le Falkland potrebbero diventare un facile obiettivo per le mire argentine. Due anni fa sulle isole si era tenuto un referendum - considerato nullo dall'Argentina - con cui il 98,8% della popolazione si era detto favorevole alla sovranità britannica sull'arcipelago. Pochi giorni dopo, la Kirchner aveva addirittura invocato la mediazione di papa Francesco a favore di una riapertura dei negoziati
Dal punto di vista della politica interna, la presidente Kirchner soffre di un calo di popolarità molto pericoloso in vista delle elezioni politiche previste per quest'anno: un rilancio delle ambizioni nazionalistiche sulle "Malvinas" potrebbe essere la chiave per risalire nei sondaggi? Con ogni probabilità, sì. Va però osservato che la Kirchner è da sempre stata particolarmente sensibile al tema del ritorno delle isole all'Argentina: già nel 2011 aveva bollato come arroganti le dichiarazioni di Cameron, quando il premier britannico aveva assicurato che "le isole sarebbero rimaste britanniche fino a che i loro abitanti lo vorranno."
I paralleli con il 1982
La situazione è per molti aspetti simile a quella del 1982, quando la giunta militare guidata dal generale Galtieri, in forte crisi di popolarità, tentò di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dai problemi interni con un'inedito colpo di mano militare contro le Falkland, presentato come azione a un tempo patriottica e anticoloniale. La Gran Bretagna, oggi come allora, aveva trascurato la difesa militare dell'arcipelago, attirandosi le attenzioni di Buenos Aires. Trentatre anni fa, però, la risposta del governo di Maggie Thatcher fu tanto dura quanto inattesa: le Falklands erano e restano britanniche, guai a chi le tocca.
Si parlò di un conflitto anacronistico ed inutile. L'intervento britannico, però, ebbe successo nel ristabilire lo status quo e in Gran Bretagna la Thatcher ne ebbe un'impennata di popolarità (Cameron ha annunciato che quest'anno verrà inaugurata una statua a lei dedicata, posta proprio alle Falkland).
In Sudamerica, la stampa argentina sembra accogliere con perplessità le accuse di Londra. Oggi nessuno sembra aver voglia di intraprendere un nuovo conflitto.
Eppure le Falkland sono diventate ormai un punto d'onore, per la Gran Bretagna come per l'Argentina (due Paesi in cui, ricordiamo, si va al voto quest'anno). Nessuno ne parla ma, tanto a Londra quanto a Buenos Aires, nessuno si sente nemmeno di escludere il rischio di un'escalation.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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