L'Onu sanziona per la prima volta i vertici della tratta di migranti

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto sanzioni a sei trafficanti di esseri umani. La Libia era il teatro della loro attività criminale. È la prima volta che i responsabili della tratta di migranti sono oggetto di una risoluzione coercitiva dell’Onu

L'Onu sanziona per la prima volta i vertici della tratta di migranti

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto sanzioni nei confronti dei vertici del traffico di esseri umani in Nord Africa. Gli Stati membri, di conseguenza, dovranno attuare le misure restrittive prese nei confronti di quattro Libici e due Eritrei. Costoro avrebbero introdotto in Europa centinaia di migliaia di persone violando ogni norma a difesa dei diritti umani, oltre alle disposizioni in ambito migratorio.

I sei menzionati dalla risoluzione Onu si sono visti imporre il divieto di espatrio e il congelamento di numerosi beni. Gli Eritrei Ermias Ghermay e Fitiwi Abdelrazak, insieme ai Libici Ahmad Oumar al-Dabbashi, Musab Abu-Qarin, Mohammed Kachlaf e Abd al Rahman al-Milad avrebbero messo in piedi un redditizio commercio di vite umane. Secondo le informazioni vagliate dal Consiglio di Sicurezza, tali soggetti avrebbero ammassato come bestie in veri e propri lager migliaia di persone desiderose di lasciare l’Africa per l’Europa, dopo averle spogliate di ogni avere con la promessa del “viaggio della speranza”. I centri di detenzione per migranti erano situati in Tripolitania e gestiti dai trafficanti in maniera brutale. Alcuni internati venivano persino venduti come schiavi mediante apposite aste. Gli individui finiti nella “black list” delle Nazioni Unite non sono soltanto banditi privi di scrupoli o capi di milizie anti-governative. Uno di loro, infatti, Abd al Rahman al-Milad, è un ufficiale della Guardia Costiera libica, l’istituzione che, in teoria, dovrebbe contrastare la tratta di vite umane.

Un primo pacchetto di sanzioni contro chi si stava arricchendo sulla pelle dei migranti era stato presentato al Consiglio di Sicurezza il primo maggio di quest’anno. A sottoporre all’attenzione dei membri permanenti la necessità d intervenire con forza contro l’illegalità dilagante in Libia era stato il rappresentante olandese. La Russia, tuttavia, aveva ripetutamente rigettato l’ipotesi di provvedimenti coercitivi “mirati”, invitando gli altri membri del Consiglio ad analizzare in maniera approfondita tutti i dossier a carico dei trafficanti. Una volta caduta l’opposizione di Putin, l’organizzazione mondiale ha potuto stilare, per la prima volta, una lista di soggetti da sanzionare perché colpevoli di commercio di esseri umani.

L’approvazione dei provvedimenti coercitivi ha subito una accelerazione in seguito a diversi reportage della Cnn intesi a denunciare i soprusi commessi nelle carceri libiche, soprusi commessi dai sei finiti nella “black list” Onu.

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