La decisione di Donald Trump di abolire il programma "Dreamers" ha scatenato l'ira di Mark Zuckerberg, che si è lasciato andare a un lungo sfogo sulla propria pagina Facebook, e di Brad Smith, presidente di Microsoft.
Il presidente americano ha annunciato l'eliminazione delle tutele per i "dreamers", ovvero quei giovani arrivati illegalmente negli Stati Uniti da bambini, insieme ai propri genitori, e a cui era permesso di lavorare e studiare nel Paese. La decisione di abolire il programma non è condivisa da molti, tra cui Mark Zuckerberg. Il fondatore di Facebook scrive: "Questo è un giorno triste per il nostro Paese. La decisione di porre fine al Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals, varato dall'amministrazione di Barack Obama, ndr) non è solo sbagliata. È particolarmente crudele offrire ai giovani il sogno americano, incoraggiarli a uscire dall'ombra e a fidarsi del governo per poi punirli per questo".
Anche Brad Smith, il presidente di Microsoft, interviene nella polemica. "Le tutele per i dreamers, i giovani clandestini arrivati negli Usa da piccoli, sono più importanti della riforma fiscale", commenta sul sito della società.
Microsoft, come altre aziende, "tiene molto alla modernizzazione del sistema fiscale" ma occorre mettere "i bisogni umanitari di oltre 800mila persone sull'agenda legislativa prima della riforma fiscale", ha avvertito Smith, invitando tutte le società a mobilitarsi se il Congresso non agirà in questa direzione. Microsoft, ha annunciato Smith, è pronta a difendere i suoi 39 dipendenti "dreamers" ovvero che sono ricorsi al programma di tutele Daca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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