La Merkel dimentica i cristiani e apre campi per profughi gay

La Germania apre nuovi centri per i migranti presi di mira dai musulmani. A Berlino e Norimberga due campi per gli omosessuali. Ma niente per i cristiani

La Merkel dimentica i cristiani e apre campi per profughi gay

Dopo Berlino, anche Norimberga allestirà un centro di accoglienza per immigrati omosessuali, lesbiche e transessuali. La Germania è in prima linea per difenderli. E così mette mano al portafoglio per costruire campi di genere. Ma dei cristiani che, come denuncia il quotidiano Die Welt, subiscono quotidianamente angherie e minacce da parte degli immigrati islamici, non sono disposti a muovere un dito.

Come riferisce l'associazione "Fliederlich", che gestirà il centro di Norimberga, gli immigrati omosessuali potranno vivere in una casa. Qui troveranno accoglienza fino a dieci extracomunitari. I costi verranno sostenuti dal comune di Norimberga e potrebbe entrare in funzione prima di quello previsto a Berlino. I responsabili dell'associazione vogliono in questo modo porre un rimedio alla discriminazione che subiscono gli immigrati omosessuali all'interno dei normali centri di accoglienza e, allo stesso tempo, sollevare pubblicamente il problema. Secondo le stime dei responsabili di "Friederlich", sono circa 600 i profughi omosessuali all'interno della comunità di 8.000 immigrati ospitata a Norimberga. A Berlino, invece, il nuovo centro sarà pronto a marzo e ospiterà fino a 120 persone. Anche qui a pagare saranno i tedeschi: toccherà al Dipartimento per l'immigrazione e l'integrazione della capitale far fronte alle spese. E, comunque, non basterà a risolvere il problema dal momento che a Berlino ci sono dai 3.500 ai 5mila immigrati omosessuali.

Se la Germania apre gli occhi sulle angherie subite dai gay, non fa altrettanto per difendere i cristiani. Eppure le denunce sono pubbliche e sotto gli occhi di tutti. "In Siria i guardiani della rivoluzione hanno arrestato mio fratello in una chiesa domestica clandestina - racconta Said che ora vive in una struttura del Land Brandeburgo - io sono sfuggito ai servizi segreti. Pensavo che in Germania avrei potuto finalmente vivere la mia fede - continua - invece nel mio centro di accoglienza non posso dire apertamente che sono cristiano, altrimenti vengo minacciato". E racconta "Durante il ramadan mi svegliano prima dell'alba e mi dicono che posso mangiare solo prima che sorga il sole. Se mi rifiuto mi dicono che sono un 'kafir', un miscredente. Mi sputano addosso. Mi trattano come un animale. E minacciano di uccidermi". Nessuno interviene. Perché persino gli addetti alla sicurezza del centro sono musulmani.

C'è addirittura chi non riesce a sopportare queste minacce e se ne torna a casa.

Come racconta la tv Bayerischer Rundfunk, una famiglia cristiana arrivata dall'Iraq in un centro di Frisinga ha preferito rifuguarsi a Erbil, nel Kurdistan iracheno, perché in Germania gli islamici li volevano morti. "Urlavano contro mia moglie e hanno picchiato mio figlio". Gli dicevano: "Ti uccideremo e berremo il tuo sangue".

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