I servizi segreti britannici interni dell’MI5 hanno assoldato informatori a pagamento in seno alle comunità musulmane del regno per tenere sott’occhio i correligionari e denunciare casi di sospette simpatie verso l’estremismo o il terrorismo.
Lo ha rivelato oggi l’Observer, citando alcuni testimoni diretti. Secondo quanto ricostruito dal domenicale del Guardian, si tratta di contratti a termine, ben retribuiti, concentrati soprattutto fra persone che frequentano le moschee di Londra, di Manchester e di altre città.
Una fonte del giornale, un musulmano britannico osservante, ha riferito in particolare di aver saputo di un suo 'confratello' ricompensato con 2000 sterline, in 6 settimane di delazione, per spiare la moschea che frequentava e tenere aggiornati costantemente i servizi. La pratica è destinata a suscitare critiche: fra i rappresentanti delle realtà islamiche britanniche riconosciute, c’è chi denuncia il rischio di una deriva da stato di polizia e il timore che le informazioni raccolte a strascico in questo modo possano essere inquinate dall’interesse economico.
Una fonte considerata vicina all’intelligence giustifica tuttavia l’iniziativa - che secondo l’Observer rientrerebbe fra quelle previste dal governo nell’ambito della strategia antiterrorismo delineata dopo l’11 settembre 2001 e rafforzata di recente nel timore di minacce dal cosiddetto 'fronte
interno' - precisandone i contorni in questi termini: "È una rete di risorse umane a disposizione delle agenzie per spiare efficacemente obiettivi specifici in giro per il Paese. E si tratta di denaro guadagnato dignitosamente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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