Il tema migranti sempre al centro del dibattito politico in Germania. Un 23enne afghano si è suicidato a Kabul dopo essere stato rimpatriato. Il ministero dell'Interno tedesco aveva espulso il ragazzo insieme ad altri 68 connazionali. Il ragazzo si è impiccato a Kabul, in un centro di accoglienza dove era stato inviato in attesa di tornare a Herat, la sua città natale. La polizia adesso indaga sull'accaduto, ma molti pensano che dietro la tragica scelta dell'uomo rimpatriato vi sia stata proprio l'espulsione dal territorio tedesco.
Un'espulsione che aveva subito critiche feroci sia in Afghanistan che in Germania. Il governo non ha apprezzato la decisione delle autorità tedesche di espellere in massa 69 cittadini. Secondo l'agenzia Dpa, le autorità afghane lamentano il fatto che secondo gli accordi tra Berlino e Kabul è previsto un massimo di 50 persone rimpatriate per volo. Il numero maggiore è stato percepito come un affronto.
Ma anche in Germania questo gesto da parte del governo è stato accolto non in maniera positiva. 51 dei 69 afghani espulsi abitavano tutti in Baviera, terra del ministro dell'Interno Horst Seehofer. E sono molti a vedere una mossa di propaganda legata allo scontro tra Csu e Cdu di Angela Merkel sul tema migranti. Inoltre, con le elezioni bavaresi alle porte, è sembrato anche un segnale propagandistico
Il rimpatrio forzato di questi 69 cittadini afghani era stato poi contornato da una frase dello stesso ministro Seehofer a dir poco infelice.
"Tra tutte le cose, nel giorno del mio 69esimo compleanno, e non l'ho ordinato io, 69 persone sono state rimandate indietro in Afghanistan", aveva detto il ministro. Una battuta che ha lasciato perplesse molte personalità politiche tedesche ma anche molti funzionari. A ricordare che la linea dura sui migranti, sacrosanta, non deve mai sfociare nella farsa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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