Morto Carmine Schiavone, boss pentito dei Casalesi

Le sue rivelazioni portarono alla scoperta dei traffici legati ai rifiuti nella Terra dei fuochi

Carmine Schiavone in un fotogramma da un'intervista concessa a Sky
Carmine Schiavone in un fotogramma da un'intervista concessa a Sky

Aveva iniziato nel 1993 a collaborare con la giustizia, dopo essere arrivato ai vertici del clan dei Casalesi. Francesco Schiavone, il cui pentimento portò alla scoperta di complicati intrecci tra politica, clan e imprenditori del settore rifiuti, è morto d'infarto.

Schiavone è deceduto nella sua abitazione in provincia di Viterbo. Le sue dichirazioni sulla Terra dei fuochi avevano portato a importanti scoperte sui traffici legati ai rifiuti. Da alcuni anni era uscito dal programma di protezione per i pentiti.

Grazie a Schiavone le forze dell'ordine poterono architettare un maxiblitz che portò a 136 arresti tra gli affiliati al clan e poi al processo Spartacus.

Tra i condannati il cugino Francesco "Sandokan" Schiavone, Michele Zagaria e Francesco Bidognetti, la cupol del clan.

Nel 2008, il nome di Schiavono era tornato alla ribalta come possibile organizzatore di un attentato contro lo scrittore Roberto Saviano. Non emersero mai elementi concreti.

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