Era già ricoverato da diversi giorni Mahmoud Jibril, ex premier libico che nel pomeriggio di domenica è venuto a mancare ad Il Cairo: lui, figura cardine del dopo Gheddafi in Libia, era tra le personalità più illustri del mondo arabo colpite da coronavirus.
Il nome di Jibril è associabile alla primavera araba del 2011 e, in special modo, a quanto accaduto nel suo Paese a partire dal febbraio di quell’anno. Quando cioè da Bengasi sono iniziate le proteste contro il governo di Muammar Gheddafi, sulla scia delle manifestazioni che avevano già comportato la fine di Mubarack e Ben Alì rispettivamente in Egitto ed in Tunisia.
Fino a quel momento Mahmoud Jibril era tra i principali collaboratori di Gheddafi, con l’incarico di presidente dell’ufficio per lo sviluppo economico. Appena però sono iniziate le proteste, è stato tra i primi a passare dalla parte dei rivoltosi.
Quella scelta allora ha rappresentato una delle svolte più importanti nel contesto delle proteste: Jibril infatti, oltre a presiedere un importante ufficio economico, era appartenente alla tribù dei Warfalla, la più numerosa e politicamente di peso del Paese nordafricano.
Anche per questo motivo forse il 23 marzo 2011 il Consiglio Nazionale di Transizione, formatosi dall’unione delle varie forze e dei vari gruppi anti Gheddafi, lo ha scelto come premier del governo ad interim. Un esecutivo quello, che ha sostituito le istituzioni gheddafiane anche all’Onu e che ha iniziato da più Paesi ad essere riconosciuto quale unico rappresentate della Libia.
Per questo il nome ed il volto di Jibril sono diventato famosi anche in ambito internazionale. È stato il suo governo ad adottare, tra le altre cose, la nuova bandiera libica che ha ripreso quella in vigore durante la monarchia togliendo quindi il drappo verde voluto da Gheddafi.
Ma la sua è anche una figura controversa, soprattutto agli occhi di molti libici: tra i suoi detrattori infatti, c’è chi lo ha più volte accusato di aver cambiato fronte soltanto per convenienza. Anche all’interno dell’allora Consiglio Nazionale di Transizione, in tanti hanno puntato il dito contro Jibril proprio per la sua organicità in seno alle istituzioni gheddafiane.
Mahdmoud Jibril è rimasto al timone del governo provvisorio fino al 23 ottobre 2011, tre giorni dopo dunque la cattura e l’uccisione di Gheddafi, evento quello che ha segnato la fine della prima parte della guerra in Libia e la nascita di un nuovo esecutivo ad interim.
Trasferitosi successivamente al Cairo, l’ex premier è poi uscito del tutto dal mondo politico libico. Qui in Egitto, come detto, ha contratto a fine marzo il coronavirus: dopo alcuni giorni di degenza, domenica la conferma del decesso. Jibril aveva 68 anni: dalla Libia sono arrivate le condoglianze anche dei membri dell’attuale governo guidato da Fayez Al Sarraj.
In particolare, come si legge in una nota inviata da Tripoli, l’esecutivo apprende “Con grande dispiacere la notizia della morte di Mahmoud Jibril, straordinaria figura scientifica e patriota, in uno degli ospedali egiziani al Cairo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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