Altra vittima del politically correct: a New York rimossa la statua di Jefferson

Rimossa dal consiglio comunale di New York la statua di Thomas Jefferson, terzo Presidente degli Stati uniti nonché uno dei Padri fondatori della nazione

Altra vittima del politically correct: a New York rimossa la statua di Jefferson

La cancel culture non risparmia nemmeno Thomas Jefferson, Padre fondatore della nazione e terzo presidente degli Stati Uniti d'America dal 1801 al 1809. Poco importa se il suo volto è ritratto sul monte Rushmore accanto a George Washington, Abraham Lincoln e Theodore Roosevelt, secondo la nuova inquisizione del politically correct che intende giudicare la storia secondo gli standard morali contemporanei senza alcuna contestualizzazione, Jefferson era uno schiavista e questo tanto basta per proseguire con l'opera di damnatio memoriae. La dichiarazione di indipendenza? Per la polizia politica poco importa ciò che altro ha fatto Jefferson per la nazione americana: va cancellato e rimosso perché possedeva degli schiavi. Così ha stabilito il tribunale della cancel culture. Come scriveva nei giorni scorsi il New York Times, la statua del XIX secolo di Thomas Jefferson, che da più di 100 anni dominava l'aula del consiglio comunale di New York City, è stata rimossa a seguito di un voto unanime del civico consesso della Grande Mela.

New York, rimossa la statua di Thomas Jefferson

Che cosa accadrà alla statua? Magra consolazione, non finirà decapitata o gettata nell'oceano come accaduto in altri casi. Sarà altresì consegnata alla New-York Historical Society e sarà collocata nella sua galleria d'ingresso per sei mesi prima di essere trasferita nella sala di lettura del museo per la durata del prestito di 10 anni. Entrambe le sedi sono accessibili al pubblico nelle aree che non richiedono biglietto. Louise Mirrer, presidente e amministratore delegato della società storica, ha spiegato al New York Times che la statua sarà esposta a partire da aprile e coinciderà con una mostra che esaminerà la "principale contraddizione dei nostri ideali fondatori". La decisione è stata presa dalla Public Design Commission, che sovrintende le opere d'arte in città.

La scultura è stata realizzata dal celebre artista francese Pierre-Jean David d'Angers. Si tratta, secondo il Nyt, di un modello in gesso della statua in bronzo di Jefferson che si trova nella Rotonda del Campidoglio, a Washington DC. La statua fu commissionata nel 1833 da Uriah P. Levy, il primo commodoro ebreo della Marina degli Stati Uniti, per commemorare la difesa della libertà religiosa promossa da Jefferson nelle forze armate. La versione in gesso dipinto fu successivamente donata ai newyorkesi e approdò in Municipio intorno al 1834.

Secondo i crociati del politicamente corretto che vogliono cancellare la storia, spostare la statua dalla sua storica sede non è sufficiente. "Dovrebbe essere distrutta", ha affermato Charles Barron, un ex consigliere che per primo ha cercato di far rimuovere la statua dal municipio nel 2001. "Le statue dovrebbero essere per coloro che onoriamo per il loro servizio esemplare verso tutto il Paese, non solo per la razza bianca” ha aggiunto. Al contrario secondo Todd Fine, un'attivista che si batte contro la follia della cancel culture, quella di spostare la statua è una decisione "ipocrita". "Ho la sensazione che questo sarà il futuro di molte opere d'arte e monumenti pubblici. Saranno semplicemente cedute a soggetti privati”.

La cancel culture contro un Padre fondatore

L'eredità storico-politica di Thomas Jefferson, come abbiamo già analizzato su InsideOver, è ben più complessa e ricca di sfumature di come i progressisti identitari lascino credere. Come osserva Samuel Goldman, professore di Georgetown, sul sito di Bari Weiss, "la rimozione è vergognosa. A differenza dei monumenti ai leader confederati che mostrano la gloria militare, Jefferson è raffigurato come uno scrittore. Tenendo una penna d'oca in una mano e la Dichiarazione di Indipendenza nell'altra, è chiaramente onorato per aver redatto uno scritto immortale per la libertà e l'uguaglianza".

Ciò che inoltre i progressisti woke non considerano è che praticamente ogni figura importante della storia americana prima del 1861 rischia di essere bollata come "schiavista": una damnato memoriae che rischia di lasciare una nazione senza storia, oltre che senza Padri fondatori.

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