I terroristi di Boko Haram lo avevano promesso e sono stati di parola. Le elezioni in Nigeria (si vota per eleggere presidente e parlamento) sono state macchiate dal sangue di decine di persone - almeno 39 - rimaste uccise in cinque diversi attacchi compiuti nello Stato di Gombe, nel nordest del Paese, zona martoriata dai jihadisti che si ispirano all’Isis. Armi in pugno i miliziani hanno costretto gli elettori di almeno tre villaggi a lasciare i seggi. A Buratai, villaggio a circa 200 km da Maiduguri, capitale dello Stato del Borno, nella notte tra venerdì e sabato Boko Haram si è resa protagonista di una macabra esecuzione: 23 persone sono state decapitate con una motosega.
Ma la Nigeria non si è fermata per i terroristi bensì per i problemi dello scanner che "legge" le impronte digitali. I guasti del sistema in 300 seggi (su 150.000) hanno costretto miglaiaia di elettori a tornare oggi ad esprimere la propria preferenza. Lo stesso presidente Goodluck Jonathan si è imbattuto nei problemi tecnici: per un'ora ha provato a registrarsi al seggio, poi è stato costretto a ripiegare sulla operazione manuale. Lui l'ha buttata sul ridere: "Sono io il problema?". Vedremo se alla fine prevarrà, o meno, la voglia di cambiamento dei nigeriani, come auspicato dall'arcivescovo cattolico di Abuja, cardinale John Onaiyekan: "In Nigeria si vota con la speranza di cambiare pagina. Non soltanto di fronte alla violenza di Boko Haram, ma anche davanti alla situazione abbastanza grave dell’economia nigeriana, per non parlare poi di tutto l’aspetto politico e sociale in generale che da qualche anno sta peggiorando, tanti nigeriani hanno la speranza che queste elezioni daranno la possibilità di cambiare pagina, in un modo o nell’altro". I risultati saranno resi noti nei prossimi giorni.
Il ritardo dell'uscita dei risultati non fa che alimentare l’incubo che i terroristi islamici di Boko Haram possano tornare ad uccidere. Sono oltre 360mila i militari e poliziotti schierati per garantire la sicurezza. Il presidente Jonathan ha assicurato che le forze di sicurezza sono pronte ad affrontare chiunque tenti di turbare lo svolgimento pacifico del voto, per far sì che non si ripetano le violenze post-elettorali che nel 2011 provocarono 800 morti.
chi sono gli sfidanti
Concorrono per la guida del Paese l’attuale presidente, il cristiano Goodluck Jonathan, esponente del Partito democratico popolare (Pdp), al potere dal 1999, e l’ex generale Muhammadu Buhari, musulmano e membro del partito Congresso di
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