Norvegia, Breivik torna in tribunale e fa il saluto nazista

L'uomo è il responsabile del massacro avvenuto sull'isola di Utoya e dell'attentato di Oslo del 2011, costati la vita a 77 persone

Norvegia, Breivik torna in tribunale e fa il saluto nazista

Anders Behring Breivik ha fatto il saluto nazista all'inizio dell'udienza del processo di appello che lo vede contro lo Stato per trattamento inumano durante la sua detenzione.

Breivik, in abito nero e cravatta, ha alzato il braccio destro al momento di entrare in aula, una palestra adattata per l'occasione, nel carcere di Skien dove è rinchiuso. L'uomo, estremista di destra, è il responsabile del massacro avvenuto nell'isola di Utoya e dell'attentato di Oslo del 2011, costati la vita a 77 persone. Per i reati commessi è stato condannato a 21 anni di carcere, il massimo della pena nella normativa norgevese.

Il processo

Ad aprile 2016 il giudice di primo grado di Oslo decretò che lo Stato, nei cinque anni che hanno visto Breivik in carcere in isolamento, ha violato la Convenzione europea dei diritti umani, che proibisce la tortura e il trattamento disumano o denigratorio. La stessa corte aveva assolto la Norvegia del reato di violazione dell'articolo 8 della Convenzione, ossia il rispetto della vita privata, in merito allo stretto controllo delle comunicazioni a cui è sottoposto l'estremista in carcere.

Il nuovo processo si celebra dopo che lo Stato ha presentato appello contro la sentenza e dopo che la difesa di Breivik ha avanzato ricorso contro l'accusa da cui le autorità sono state assolte. Il tribunale di primo grado ha spiegato la sentenza dando come motivazioni la durata dell'isolamento, la mancanza di elementi di base per questa misura, le limitate possibilità di denuncia, le poche iniziative volte a compensarlo, oltre a sottolineare il fatto che non si è tenuto conto della salute mentale dell'estremista. Gli avvocati dello Stato, dal canto loro, hanno sempre sostenuto che il regime carcerario a cui è sottoposto Breivik è "umano e responsabile", vagliato da "controlli medici" continuativi nel corso dei cinque anni.

Dopo la sentenza di aprile,

le istituzioni carcerarie hanno concesso a Breivik più tempo ogni giorno per parlare con le guardie e la possibilità di discutere con il proprio avvocato attraverso le sbarre e non un vetro di sicurezza.

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