Non è la prima volta che la Turchia deve rispondere all'accusa di aiutare lo Stato islamico. O, quanto meno, di non fare abbastanza per fermarne l'avanzata. Nei mesi scorsi, infatti, il presidente turco Erdogan è stato accusato più volte del fatto che dal confine turco passano il fertilizzante per fare le bombe e le armi dirette allo Stato Islamico.
Ora si aggiunge anche la scoperta delle forze curde che hanno portato alla luce un tunnel di 500 metri che collegava Tel Abyad, la cittadina che era nel territorio dell'Isis ed ora è stata riconquistata dai curdi, e il villaggio turco di Akcakale. I curdi hanno trovato la galleria durante le operazioni di bonifica avviate subito dopo la riconquista della città. Non ancora completo, una volta concluso lo avrebbero utilizzato per il passaggio di armi, rifornimenti e foreign fighter che grazie ad esso avrebbero potuto prima passare il confino turco e poi dirigersi verso Raqqa, la capitale dello Stato islamico che dista solo 80 chilometri.
In attesa che venisse completato, secondo l'agenzia di stampa curda Anha, il tunnel sarebbe stato utilizzato dai tagliagole per sfuggire ai raid aerei della coalizione. La galleria diventata il rifugio dei miliziani dell'Isis era alto 2 metri e largo 1,5, situato a 3 metri di profondità. Secondo quanto raccontato da un rappresentante del gruppo Bukan El-Firat, che ha partecipato alla bonifica, l'opera degli scavi sarebbe stata a più della metà della lunghezza necessaria a raggiungere la città turca di Akcakale. Da dove l'Isis avrebbe potuto rifornirsi di armi. Difficile immaginare che lo Stato Islamico stesse costruendo un tunnel senza sapere che dall'altra parte del confine avrebbe trovato appoggio e impunità.
Ma l'ombra che cala sulla Turchia di Erdogan riguarda anche la libertà di espressione. YouTube, infatti, ha bloccato l'accesso a 12 filmati in Turchia in seguito ad una richiesta dei giudici di Ankara: i video censurati avrebbero contenuto insulti al profeta Maometto.
Per ottenerne la rimozione, i giudici turchi hanno anche informato YouTube che se i filmati non fossero stati oscurati, Ankara avrebbe messo al bando l'intero sito.È la Turchia di Erdogan: sempre più lontana dall'ingresso nell'Unione Europea.
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