Non era che una questione di tempo prima che anche il Kuwait andasse dietro all'Arabia Saudita e agli altri Stati del Golfo che hanno deciso di chiudere i rapporti con l'Iran o di diminuire la propria presenza diplomatica nel Paese degli ayatollah.
La girandola ha preso il via con l'esecuzione del predicatore sciita Nimr al-Nimr, condannato a morte a Riad. Poi l'assalto all'ambasciata saudita a Teheran e al consolato di Mashhad. Infine la decisione di mettere in campo una serie di misure contro l'Iran, dallo stop alle relazioni diplomatiche fino alla cancellazioni dei voli tra i due Paesi.
Allo scontro tra le due potenze che si contendono il primato regionale si sono aggiunti ieri Bahrein ed Emirati arabi Uniti. Se i primi si sono limitati a "declassare" le relazioni diplomatiche, lasciando intendere una certa ritrosia nel seguire gli alleati sauditi, gli Emirati hanno affondato il colpo e il Sudan ha espulso i diplomatici iraniani.
Oggi anche il Kuwait si è unito ai Paesi che hanno messo in campo misure contro Teheran, richiamando l'ambasciatore, senza specificare cosa questo significherà nelle relazioni tra i due Paesi. Nulla ha detto finora l'Egitto, grande alleato dell'Arabia Saudita, che tuttavia non ha un ambasciatore in Iran e che potrebbe scegliere una posizione di compromesso.
Netto, invece, il "no" della Turchia a una rottura con l'Iran.
Numan Kurtulmuş, portavoce del governo di Ankara, ha dichiarato che "è impossibile sostenere la pena capitale in un qualsiasi Stato" e di non voler un confronto tra Iran e Arabia Saudita, "l'ultima cosa di cui la regione ha bisogno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.