Scoppia la rabbia contro l’Arabia Saudita, che ha annunciato di aver giustiziato 47 presunti terroristi tra cui l'influente imam sciita Nimr al-Nimr.
Il religioso era stato arrestato nel luglio 2012 per aver sostenuto l'agitazione di gruppi terroristici contro le autorità saudite della città, ma è stata l'esecuzione della condanna a morte a far montare le proteste soprattutto in Iran, Bahrain, Libano e Iraq. In particolare nella città iraniana di Mashhad alcuni manifestanti hanno assaltato il consolato saudita: prima si sono riuniti davanti alla sede diplomatica e hanno scandito slogan contro le autorità dello Stato arabo, poi hanno bruciato la bandiera di Riad, provocando un incendio.
Stessa situazione in serata a Teheran, dove diversi manifestanti hanno fatto ingresso nell'ambasciata saudita e hanno dato fuoco all'edificio. Lo riferiscono diversi profili Twitter di giornalisti iraniani.
Tutto l'Iran, ha reagito condannando fortemente l'esecuzione dell'imam e minacciando l'Arabia Saudita di ripercussioni gravi. "Riad pagherà a caro prezzo l'esecuzione dell'iman sciita", ha infatti fatto sapere il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Hossein Ansari Jaber, ricordando che "il governo saudita sostiene i terroristi e i takfiri (sunniti radicali) eseguendo condanne a morte e sopprimendo l'opposizione all'interno del Paese". Anche l'ayatollah Ali Khamenei si è unito al coro di condanne ricordando, in un messaggio su Twitter che "il Risveglio (islamico, ndr) è insopprimibile". Sul sito del leader iraniano si mettono inoltre a confronto l'Arabia Saudita con lo Stato Islamico, suggerendo che entrambi giustiziano i loro oppositori.
Le proteste sono andate avanti tutto il giorno. Decine di sciiti hanno manifestato nel distretto di Qatif, provincia orientale dell'Arabia Saudita, dove manifestanti hanno intonato "giù con Al Saud", il nome della famiglia reale saudita, mentre marciavano dalla casa di al-Nimr nel villaggio di al-Awamiya alla città principale della regione, Qatif.
In Bahrein, La polizia ha dovuto sparare gas lacrimogeni per disperdere le decine di persone che stavano protestando nel villaggio sciita di Abu-Saiba, a ovest della capitale Manama.
In Libano, il gruppo sciita Hezbollah ha condannato l'esecuzione dell'imam definendola un "omicidio". La "vera ragione" dell'esecuzione è stata "che lo sceicco Nimr ha chiesto i diritti per un popolo oppresso", ha fatto sapere Hezbollah in una nota, riferendosi alla minoranza sciita in Arabia Saudita.
In India, centinaia di sciiti hanno manifestato nella provincia settentrionale a maggioranza musulmana del Kashmir, dove l'organizzatore della protesta ha ribadito che le accuse contro al-Nimr erano "infondate".
In Iraq, il primo ministro Haider al-Abadi ha avvertito in un messaggio su Facebook di possibili ripercussioni sull'intera regione dopo l'esecuzione di oggi. "La violazione dei diritti umani porta sempre a ripercussioni sulla sicurezza, la stabilità e il tessuto sociale dei popoli della regione", ha scritto Abadi.
Anche
i leader sciiti in Iraq, Kuwait, Libano e Yemen hanno avvertito di possibili rappresaglie, confermando il segnale che i conflitti settari in tutto il Medioriente potrebbero subire un'ulteriore impennata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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