Ora il nuovo coronavirus ha un nome. A un mese dall'annuncio della prima vittima a Wuhan, lo scorso 11 gennaio, l'Organizzazione mondiale della sanità ha deciso di dare un nome al nuovo virus, sviluppatosi in Cina e difussosi in tutto il mondo.
Si chiama Covid-19, un nome mirato per evitare riferimenti di carattere geografico: nella sigla, infatti, "co" sta per coronavirus, "vi" per virus e "d" per disease, cioè malattia. Il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha spiegato l'importanza di dare un nome al nuovo coronavirus: "Avere un nome significa evitare altri nomi che possano essere inaccurati o stigmatizzanti e ci dà anche un format standard da usare per ogni futura epidemia di coronavirus", ha detto. Per questo, precisa il direttore, "abbiamo ovuto trovare un nome che non si riferisse a una zona geografica, a un animale a un individuo o a un gruppo di persone e che fosse anche pronunciabile e riferito alla malattia".
Infatti, come riferisce Agi, in passato, numerose epidemie hanno preso il nome dal luogo in cui si sono sviluppate originariamente: è stato così per il Mers (Sindrome respiratoria del Medio Oriente) nel 2012, per l'Ebola, chiamata così dal nome di un fiume della Repubblica Democratica del Conglo e per la Lyme, che prende il nome da una città del Connecticut.
Ma, nel 2015, l'Oms ha pubblicato una nuova guida, per evitare che a virus e a malattie venissero dati nomi legati al luogo di primo sviluppo, così da evitare inutili effetti negativi sulle nazioni. "I termini che dovrebbero essere evitati nei nomi delle malattie includono aree geografiche (ad es. Sindrome respiratoria mediorientale, influenza spagnola, febbre della Rift Valley), nomi di persone (ad esempio Malattia di Creutzfeldt-Jakob, malattia di Chagas), specie di animali o alimenti (ad esempio influenza suina, influenza aviaria), riferimenti culturali, di popolazione, industriali o professionali (ad esempio legionari) e termini che incitano alla paura indebita (termini quali sconosciuta, fatale, epidemia)", spiega l'Organizzazione. Invece, il nome del virus dovrebbe contenere "termini descrittivi generici, in base ai sintomi, a coloro che colpisce, alla sua gravità o stagionalità", così da identificarlo più precisamente.
ntanto, il Covid-19 continua a fare paura e i morti hanno superato quota mille, mentre i contagiati sono decine di migliaia. Per questo, gli scienziati stanno lavorando a un vaccino.
E oggi, il direttore dell'Oms ha dichiarato che un primo vaccino contro il nuovo coronavirus potrebbe essere disponibile tra 18 mesi. "Oggi dobbiamo fare tutto utilizzando le armi disponibili", ha aggiunto Ghebreyesus.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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