Sta parlando Mohamed Abrini, uno dei due sopravvissuti del commando jihadista che devastò Parigi, ancora in vita insieme a Salah Abdeslam, ma che al contrario suo non si è chiuso nel silenzio.
Racconta i dettagli del piano criminali che fece strage nella capitale francese, dei suoi legami con Abdeslam, di come insieme fuggirono, da Molenbeek a Parigi e di come non fossero d'accordo sugli attentati a Bruxelles.
Abrini - sostiene in carte in mano alla radio francese France Inter - voleva tirarsene fuori, arrendersi. Abdeslam no. Il 22 marzo infine colpirono, uccidendo 15 persone, metre un'altra esplosione squassava la metropolitana, ma il piano non era quello: c'era Parigi, ancora una volta, nel mirino.
A tre mesi dagli attentati sanguinosi nella capitale
francese volevano tornare a colpire al cuore Parigi, durante gli Europei di calcio. "Una macchina o un camion pieni di esplosivo", questo era il piano da mettere in atto. Ma l'arresto di Abdeslam, il 18 marzo, cambiò tutto.
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