"Pensavano fossi una spia. Ora ho paura". Parla la giornalista tv anti-Putin

Marina Ovsyannikova, che ha protestato in diretta sulla tv russa, rivela i retroscena del suo gesto e racconta il duro interrogatorio subito. "La polizia credeva a un complotto, pensavano fossi una spia"

"Pensavano fossi una spia. Ora ho paura". Parla la giornalista tv anti-Putin

"La discrepanza tra ciò che stava effettivamente accadendo e ciò che veniva mostrato su Channel One era così forte che volevo follemente fermare tutto ciò". Marina Ovsyannikova ha agito d'impulso, senza calcolare del tutto le conseguenze del suo gesto. Così, nella serata di lunedì scorso, ha fatto irruzione in diretta sul primo canale russo, durante il tg per il quale lavora. Nelle mani, un cartello di protesta contro la guerra in Ucraina. A distanza di giorni, a ripercorrere la vicenda e a raccontare i motivi di quella plateale azione è stata la giornalista stessa, diventata d'improvviso il volto della dissidenza anti-Putin.

In un'intervista rilasciata a Novaya Gazeta, Marina Ovsyannikova ha rivelato di aver maturato una particolare insofferenza proprio dopo l'avvio delle operazioni militari in Ucraina. "C'era un'atmosfera terribile su Channel One. I comunicati stampa di propaganda venivano trasmessi senza sosta ma davanti ai miei occhi c'era un'immagine completamente diversa raccontata dalle agenzie occidentali", ha confessato la giornalista, nata nel 1978 a Odessa. In quel momento, la dipendente della tv di Stato russa ha così iniziato a valutare le proprie dimissioni, pensando però di anticiparle con un gesto simbolico. "Coloro che uscivano in strada venivano immediatamente portati in questura", ha ricordato Ovsyannikova, la quale ha dunque escogitato un modo per arrivare al suo obiettivo senza essere fermata.

"Ho fatto un poster a casa alla vigilia dell'azione, il lunedì sono andata a lavorare. Il poster è rimasto per un po' in macchina, poi l'ho portato all'interno, infilandolo nella manica della giacca. Nessuno sapeva cosa c'era dentro. Con la giacca in mano sono entrata in redazione, ho tirato fuori rapidamente il poster dalla manica e sono entrata direttamente in studio con esso", ha raccontato la giornalista, aggiungendo che nemmeno gli addetti alla sicurezza si erano inizialmente accorti di nulla, "perché questo non è mai successo in tutti i 50 anni di esistenza del programma". Quel che è accaduto dopo è in parte noto a tutti: l'imbarazzo della tv russa, il fermo e poi l'arresto della giornalista, l'interrogatorio durato 14 ore.

Nell'intervista, Ovsyannikova ha svelato dettagli anche sulle interminabili domande rivoltele dalla polizia russa. "Hanno subito iniziato a 'torturarmi' sui servizi segreti a cui pensavano fossi collegata. Fino all'ultimo non potevano credere che io non avessi complici, che non lavorassi per i servizi di intelligence occidentali, che non avessi conflitti con i miei colleghi, che i parenti ucraini non mi avessero scritto. In generale, non credevano che questa storia riguardasse la cittadinanza, ma hanno avanzato una sorta di idea del complotto", ha riferito la giornalista, aggiungendo dettagli sul tono minaccioso dell'interrogatorio. La dissidente ha inoltre testimoniato di aver dovuto insistere per avere accanto a sé i propri legali. "Mi rispondevano: 'Sì sì, ora ci sarà un avvocato'. Ma quando ho chiesto che tipo di avvocato, mi hanno risposto che era di Stato".

Ovsyannikova, ora, si dice "molto preoccupata" per l'incolumità dei suoi figli ma anche intenzionata a rimanere in Russia. "La mia famiglia è qui, i miei amici sono qui", riconosce, comunicando di aver rifiutato l'offerta di asilo avanzata dalla Francia. Quanto ai suoi (ormai) ex colleghi di Channel One, Marina ha le idee chiare: "Hanno bisogno di sfamare le loro famiglie, hanno bisogno di pagare prestiti, mutui", e pertanto non osano contestare il governo, sebbene comprendano la gravità della situazione. "Penso che non ci siano più del 2-3% di putinisti convinti sui canali televisivi federali.

Queste sono persone intelligenti e istruite che viaggiano molto in tutto il mondo e capiscono, ovviamente, cosa sta succedendo nel nostro paese", afferma.

I russi, assicura Marina Ovsyannikova, arriveranno lentamente a capire come stiano davvero le cose. Il suo gesto, aggiunge, è stato solo un modo per cercare di accelerare i tempi.

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