"La pressione delle sanzioni...". Cosa si nasconde dietro le mosse russe

L'intelligence militare britannica smaschera Mosca: la richiesta di ridurre le sanzioni internazionali "evidenzia le pressioni che stanno ponendo sul regime"

"La pressione delle sanzioni...". Cosa si nasconde dietro le mosse russe

La Russia continua a subire tutte le conseguenze del caso innescate dalle sanzioni imposte dall'Occidente, che ha reagito in maniera compatta contro l'aggressione militare di Mosca ai danni dell'Ucraina. L'Unione europea si appresta a partorire il sesto pacchetto di misure, e proprio ieri Vladimir Putin ha indicato nelle sanzioni occidentali la causa dei problemi di approvvigionamento alimentare. Dietro le mosse dei russi c'è una verità che Mosca vuole celare: le sanzioni stanno avendo un impatto molto forte.

La pressione delle sazioni

Nell'ultimo bollettino dell'intelligence militare britannica si fa il punto della situazione per quanto riguarda le possibili mosse da parte di Mosca: non viene escluso che i russi possano "sfruttare" la sicurezza alimentare globale per arrivare ai propri obiettivi politici; poi potrebbero provare a presentarsi "come l'attore ragionevole" e infine puntare il dito contro l'Occidente "per qualsiasi fallimento".

Gli 007 di Londra hanno inoltre messo in evidenza cosa si nasconde dietro la tattica di comunicazione della Russia, che ovviamente non vuole fornire l'immagine di indebolimento e di scarsa reazione: viene fatto notare che il tentativo di Mosca di ottenere una riduzione del carico delle sanzioni internazionali mette in luce "anche le pressioni che le sanzioni stanno ponendo sul regime".

La tattica di Mosca

Un alleggerimento delle sanzioni potrebbe essere una condizione per arrivare all'apertura di un corridoio umanitario attraverso il quale lasciar passare le navi che trasportano cibo attraverso il Mar Nero. La Russia si è detta pronta al dialogo con tutti i partner internazionali sulle forniture di grano dall'Ucraina. Tra l'altro Mosca ha chiesto all'Ucraina di provvedere allo sminamento dell'area intorno al porto di Odessa per far sì che la navi possano passare in sicurezza.

L'intelligence militare britannica ritiene che la richiesta di Andrey Rudenko, viceministro degli Esteri russo, sia del tutto in linea con un principio cardine della moderna strategia di comunicazione russa: "Introdurre narrazioni alternative, per quanto poco convincenti, per complicare la comprensione del pubblico". Gli 007 di Londra hanno spiegato che l'Ucraina ha dispiegato solo mine marittime a causa della "continua credibile minaccia degli assalti anfibi russi dal Mar Nero".

Le mine nel Mar Nero

Kiev sostiene che di recente l'esercito russo avrebbe disseminato nel Mar Nero tra le 400 e le 500 vecchie mine sovietiche - che vengono strappate dalle ancore quando il mare è agitato e vanno alla deriva - rendendo così "impossibile l'esportazione di merci dai porti ucraini".

Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa e deputato Forza Italia, ha assicurato il

sostegno delle navi italiane per sminare il porto di Odessa qualora ci fosse una richiesta: "Abbiamo delle navi cacciamine pronte ad esser utilizzate. Sono allertate e in 'prontezza', come si dice in questi casi".

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