Olivier Ndjimbi-Tshiende è un prete cattolico di origini congolesi a cui è stata assegnata una parrocchia a Zorneding, in Baviera.
Noto per le sue prese di posizioni a difesa dei diritti dei migranti, padre Ndjimbi ha dovuto lasciare la propria chiesa in cui lavora dal 2012 per le minacce di morte che da settimane continuano a perseguitarlo.
"Mi hanno scritto dicendomi che mi avrebbero portato ad Auschwitz - ha spiegato il sacerdote ai media bavaresi - Un abitante della zona mi ha anche detto che mi sarebbero venuti a prendere appena dopo la Messa della sera".
A trascinare padre Ndjimbi nell'occhio del ciclone è stata la polemica con un'esponente locale della Csu, il partito dei cristiano-sociali alleati di Angela Merkel. Il segretario locale del partito, Sylvia Boher, aveva definito "invasori" gli immigrati che arrivano in Germania, scatenando l'ira del religioso. Come non bastasse, il numero due della signora Boher si è rivolto al prete chiamandolo "il nostro negro".
Quindi, riferiscono i media tedeschi, dopo molte minacce anonime il sacerdote ha deciso di lasciare la parrocchia. "Non avete idea di quello che ho passato - ha spiegato - La pressione era troppo grande e io ero esausto".
L'episodio che lo ha visto protagonista è indicativo del clima di esasperazione e intolleranza che si è ormai creato intorno all'immigrazione di massa fra vaste fasce
dell'opinione pubblica tedesca. Mentre l'opposizione di destra al governo di Angela Merkel continua a moltiplicare i consensi, si intensificano anche gli attacchi ai centri di accoglienza e le violenze fra migranti e locali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.