"Pronti a riprendere i negoziati". Poi Putin avverte l'Occidente

Putin ha spiegato a Macron e Scholz che la Russia è disponibile a riprendere i colloqui di pace con Kiev. Il capo del Cremlino ha però avvertito l'Occidente sulla fornitura di armi all'Ucraina

"Pronti a riprendere i negoziati". Poi Putin avverte l'Occidente

"La Russia è pronta a riprendere il dialogo con l'Ucraina". Vladimir Putin torna a tendere la mano a Kiev dopo settimane di tira e molla contrassegnate da accuse reciproche. Nel corso di una telefonata con il presidente francese, Emmanuel Macron, e con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il capo del Cremlino è apparso, almeno a parole, più accondiscendente che mai.

L'apertura di Putin

Secondo quanto reso noto dal Cremlino, Putin ha discusso della situazione in Ucraina con i suoi omologhi francesi e tedeschi, precisando loro che la Russia è disponibile a continuare, o forse sarebbe meglio dire riprendere, i colloqui di pace con Kiev. Non solo: il presidente russo ha pure spiegato che Mosca è pronta a facilitare soluzioni per l'esportazione senza ostacoli del grano, incluso quello ucraino, dai porti sul Mar Nero.

Putin, riporta il comunicato russo, ha parlato con Macron e Scholz del lavoro di quello che i russi stanno facendo per riportare "una vita pacifica" nel Donbass. "Il presidente russo ha informato nel dettaglio sugli ultimi sviluppi dell'operazione militare speciale, rilevando che le forze armate russe osservano rigorosamente le norme del diritto internazionale umanitario", si legge nella nota del Cremlino. Putin ha inoltre riferito "di come è organizzato il lavoro sistematico per stabilire una vita pacifica a Mariupol e nelle altre città liberate del Donbass".

L'avvertimento

È vero che Putin si è detto disposto a riprendere i negoziati e i vari colloqui di pace con Kiev, rimasti da giorni in sospeso. È però altrettanto vero che il capo del Cremlino ha accompagnato le sue ultime aperture con un'affermazione che suona molto più come un avvertimento. "La fornitura di armi all'Ucraina da parte dell'Occidente rischia di creare auna ulteriore destabilizzazione", avrebbe fatto presente il presidente russo ai suoi interlocutori.

Il leader russo, in sostanza, ha posto l'accento sulla pericolosità del continuare a fornire armi occidentali all'Ucraina. Un'azione, questa, che rischia di "destabilizzare la situazione e aggravare la crisi umanitaria". Per addolcire l'offerta, Putin, come detto, ha parlato anche del mercato alimentare e del rischio di una crisi. "La tensione nel mercato alimentare ridurrà l'offerta di prodotti agricoli da parte della Federazione Russa e dunque che le sanzioni dovrebbero essere revocate", ha fatto sapere il Cremlino, ma lo stesso Putin "ha assicurato che la Federazione Russa è pronta a cercare modi per non ostacolare l'esportazione di grano, anche dai porti del Mar Nero".

La richiesta di Macron e Scholz

Dall'altro lato, Macron e Scholz hanno chiesto al presidente russo di avviare "negoziati diretti e seri" con Volodymyr Zelensky. Restano tuttavia da chiarire due aspetti fondamentali. Il primo: Putin è davvero disposto a trattare o la sua è soltanto un'apertura fittizia? Anche perché il capo del Cremlino ha sottolineato l'importanza di smettere di inviare armi all'Ucraina, ben sapendo che gli Stati Uniti sembrano essere pronti a spedire a Kiev armamenti ancora più pesanti degli attuali. Secondo aspetto: cosa ne pensa Zelensky?

Nelle ultime ore, infatti, Putin aveva dichiarato al cancelliere austriaco, Karl Nehammer, che la colpa dello stallo negoziale era sostanzialmente da attribuire all'Ucraina.

"È stato osservato che Kiev sta facendo ostruzionismo nel processo di negoziati tra rappresentanti russi e ucraini", ha riferito il Cremlino. In ogni caso, Vladimir Putin ha calato sul tavolo da poker la sua mano. Adesso è il tirno di Zelensky.

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