"Vedrò solo Putin", "Non funziona così". Scontro Kiev-Mosca

Per Zelensky l'incontro per porre fine alla guerra può essere solo con Putin: "Dopo quello che hanno fatto non ho grandi desideri per questi incontri". Secca la replica della Russia

"Vedrò solo Putin", "Non funziona così". Scontro Kiev-Mosca

Nelle ultime ore è andato in scena un intenso botta e risposta tra Ucraina e Russia. Volodymyr Zelensky è intervenuto in videoconferenza alla Casa ucraina di Davos dove, tra le altre cose, si è detto sicuro che la fine della guerra coinciderà con la vittoria di Kiev e che sarebbe disposto a incontrare Vladimir Putin, ma solo il presidente russo in persona e nessun altro funzionario del Cremlino. Poco dopo è arrivata la risposta di Mosca e, più in generale, sono arrivate le parole di Sergej Lavrov.

Vittoria e diplomazia

Zelensky ha ribadito uno dei mantra più ripetuti da giorni a questa parte. "Non abbiamo via d'uscita: la nostra guerra finirà con la vittoria", ha affermato il presidente ucraino. "Ci sarà la vittoria, perché questa è la nostra terra, il nostro popolo, stiamo combattendo per loro. Paghiamo un prezzo alto, ma ci sarà sicuramente una vittoria, perché semplicemente non c'è altra via d'uscita", ha aggiunto rispondendo a chi gli chiedeva come finirà la guerra della Russia contro l'Ucraina e se spera di firmare un accordo di pace con il presidente russo Putin.

A proposito del capo del Cremlino, Zelensky ha spiegato che "l'incontro per porre fine alla guerra sarà solo direttamente con Putin, perché tutte le decisioni in Russia sono prese solo da lui". "Dopo quello che hanno fatto non ho grandi desideri per questi incontri, né ho grandi desideri di incontrare i mediatori, non esistono e non dovrebbero esistere", ha chiarito lo stesso Zelensky. È per questa ragione che il leader ucraino non accetterà "alcun incontro con nessuno della Federazione Russa, ad eccezione del presidente della Federazione Russa". "E solo se la questione sul tavolo è una: la fine della guerra. Non c'è nient'altro di cui parlare", ha tuonato il presidente.

Guerra e armi

Zelensky ha poi toccato altri due temi: l'invio di armi, a detta del presidente un diritto dell'Ucraina, e l'importanza per i Paesi occidentali di sostenere l'Ucraina. In merito a quest'ultimo punto, il capo di Stato ha spiegato che "in caso di sconfitta dell'Ucraina la Russia andrà avanti", e dunque moriranno cittadini di Stati Uniti e di altri Paesi della Nato. "Se cadiamo, se l'Ucraina non sopravvive, la Russia andrà avanti. E poi andrà negli stati baltici, in Estonia, Lituania, Lettonia", e così via fino a minacciare l'intero blocco occidentale, ha fatto capire Zelensky.

Dal punto di vista militare il presidente ucraino ha anche detto che le prossime settimane saranno difficili per le truppe di Kiev in quanto i russi stanno cercando di rafforzare la loro presenza nei territori occupati. "Non rinunceranno alla regione di Kherson, al territorio occupato della regione di Zaporizhia e al Donbass. Da qualche parte stanno avanzando, da qualche parte stanno ammassando riserve, da qualche parte stanno cercando di rafforzare le loro posizioni", ha chiarito. Zelensky ha quindi citato la Crimea. L'Ucraina tenterà di riconquistarla? Un conflitto per la riconquista della penisola, annessa nel 2014 dalla Russia, potrebbe portare alla morte di "centinaia di migliaia" di soldati ucraini, ha affermato il presidente. Capitolo armi. Zelensky è stato tanto chiaro quanto emblematico: "Abbiamo il diritto di contare su un'assistenza piena e urgente, soprattutto di armi".

La risposta di Mosca

La disponibilità del presidente Zelensky a incontrare solo il presidente russo Vladimir Putin per la continuazione del processo negoziale è "un semplice tentativo di public relation". Parola di Dmitry Polyansky, primo vice dell'inviato russo alle Nazioni Unite. "Le persone che non sono esperte non capiscono che i colloqui al vertice devono essere preparati a fondo e l'ordine del giorno deve essere concordato da entrambe le parti, altrimenti non c'è bisogno di parlare", ha affermato il diplomatico di Mosca, ripreso dall'agenzia Tass. "Non siamo stati noi a bloccare i colloqui. Alcuni contatti sono in fase di attuazione e ci aspettiamo in un certo senso risposte dagli ucraini alle proposte formulate qualche tempo fa", ha aggiunto Polyansky.

L'affondo di Lavrov

La stessa Tass ha quindi rilanciato le ultime dichiarazioni di Sergej Lavrov. Il ministro degli Esteri russo, che ha parlato nell'ambito del progetto del Gymnasium. E. M. Primakova "100 domande al leader", e ha subito avvisato l'Occidente: i politici occidentali che affermano che la Russia deve essere sconfitta sanno poco della storia. "Dicono che la Russia deve fallire, che bisogna sconfiggerla, far sì che la Russia perda sul campo di battaglia", ha detto ancora il capo della diplomazia di Mosca. Ebbene, secondo Lavrov questi politici occidentali non hanno studiato e "Dicono che la Russia deve fallire, che bisogna sconfiggerla, far sì che la Russia perda sul campo di battaglia".

Lavrov ha aggiunto che i Paesi occidentali hanno tradito la Carta delle Nazioni Unite, che sancisce il principio dell'uguaglianza sovrana degli Stati. "Ritengono che la sovranità sia solo la loro", ha affermato il ministro. Il ministro ha infine parlato del futuro di Mosca. La Russia deve concentrarsi sullo sviluppo dell'Eurasia "senza utilizzare gli strumenti di qualcun altro come il dollaro e il sistema di comunicazione finanziaria Swift, ma creando i nostri". "Ora il centro dello sviluppo mondiale si è spostato in Eurasia. Al momento, disponiamo della più ampia rete di partnership nella regione eurasiatica.

Dobbiamo fare affidamento su di essa per l'ulteriore sviluppo del nostro Paese, delle sue capacità di trasporto, transito e logistica", ha aggiunto il ministro. "Se l'Occidente vuole offrirci qualcosa in termini di ripresa delle relazioni, dovremo considerare seriamente se ne abbiamo bisogno o meno", ha concluso Lavrov.

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