Negli scorsi giorni, al vertice dei ministri degli Esteri del G7 a Lucca, l'Inghilterra era stata netta: "Con Bashar al Assad al potere non può esserci alcuna soluzione politica". Sebbene a dar man forte agli inglesi ci fossero la Francia e gli Stati Uniti, il G7 si era diviso e dal vertice non era uscita una condanna netta al presidente siriano. Londra, però, non intende mollare la presa. E adesso i parlamentari britannici stanno preparando pesanti ritorsioni. Tra queste, come segnala il Corriere della Sera, la mossa di togliere la cittadinanza britannica alla first lady Asma Assad.
Sono stati i parlamentari liberal-democratici a chiedere al governo guidato da Theresa May che venga revocata la cittadinanza ad Asma, la moglie del presidente siriano Bashar al Assad, accusandola di "sostenere il regime sanguinario del marito". A portare avanti la richiesta dei lib-dem è stato il portavoce per gli Esteri, Tom Brake, che nei giorni scorsi ha chiesto al titolare del Foreign Office, il conservatore Boris Johnson, che al vertice del G7 a Lucca aveva invitato gli altri Paesi a prendere una posizione più netta sul dossier Siria, di dare per primo un segnale netto attaccando la famiglia Assad. "Asma Assad - ha tuonato anche il deputato tory Nadhim Zahawi - fa parte della macchina di propaganda di un regime responsabile di crimini di guerra".
I parlamentari britannici accusano Asma Assad di usare i social network per sostenere il marito-presidente e di averlo più volte difeso dalle accuse, sostenute con forza anche dal presidente americano Donald Trump, di aver usato
armi chimiche contro i civili. La mossa dell'Inghilterra eviterebbe che, in caso di caduta del governo siriano, Asma Assad possa usare il passaporto britannico per lasciare il Paese e rifugiarsi in Gran Bretagna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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