Rivolta in carcere: "Qui è più facile avere droga che lenzuola pulite"

Duecento detenuti mettono a soqquadro la prigione di Bedford, in Inghilterra. La sommossa domata dopo sei ore grazie all'impiego di granate stordenti.

Rivolta in carcere: "Qui è più facile avere droga che lenzuola pulite"

Rivolta in carcere, i detenuti denunciano: “Qui è più facile riuscire ad ottenere droga che lenzuola pulite”. E questa denuncia, a quanto pare, non è solo un’iperbole per calamitare l’attenzione sulle condizioni del penitenziario di Bedford, nel Regno Unito. La rivolta è stata domata grazie all’invio di squadre antisommossa ma il tema delle condizioni carcerarie – anche alla luce di recentissimi tagli – diventa caldissimo in Inghilterra.

La sommossa è scoppiata nel pomeriggio di domenica e alle forze dell’ordine sono state necessarie sei ore per poterla domare. Protagonisti degli scontri sono stati duecento detenuti che hanno assaltato gli uffici delle guardie, saccheggiato le forniture sanitarie e appiccato piccoli incendi nell’edificio. Alcuni tra i detenuti rivoltosi erano armati con dei coltelli. Il caos è terminato quando, come riporta il Mirror, le squadre antisommossa hanno fatto esplodere nei corridoi del carcere alcune granate stordenti, un’arma non letale capace però di neutralizzare le vittime, temporaneamente.

La questione del carcere di Bedford, però, sembra ruotare attorno a quanto hanno spiegato alcuni detenuti agli ispettori. Per loro ottenere vestiti e lenzuola pulite sarebbe stato ancora più difficile che riuscire ad avere della droga, nello stesso penitenziario. Inoltre, da tempo l’istituto di pena vivrebbe in uno stato di sovraffollamento che porta a gravi problemi. Basti pensare, come spiega il Guardian, che dal febbraio del 2014 ad oggi, il numero di tossicodipendenti del carcere è aumentato dal 4% al 14%.

E che la casa di pena di Bedford, poco più di un anno e mezzo fa, fu al centro di un vero e proprio scandalo

quando gli agenti scoprirono che ogni notte arrivavano in carcere droga, cellulari e coltelli grazie all’uso di un drone. Una strategia “replicata” nello scorso agosto a beneficio di alcuni detenuti del carcere di Pentonville.

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