Centocinquanta, tanti quanto la somma dei diplomatici espulsi dai Paesi occidentali che hanno seguito la strada battuta da Londra e Washington. È questa la risposta della Russia, che ha anche annunciato la chiusura del consolato statunitense a San Pietroburgo, in risposta alle misure prese da molti Paesi dell'Ue e della Nato.
La decisione di Putin è l'ultimo capitolo nella storia dell'avvelenamento di Serghei Skripal, ex spia dei servizi segreti russi, e della figlia Yulia, che oggi è tornata a essere cosciente e a parlare, dopo l'attacco con il gas nervino avvenuto lo scorso 4 marzo a Salisbury.
Jon M. Huntsman Jr, ambasciatore americano in Russia, è già stato convocato al Cremlino, secondo quanto annunciato dal ministro degli Esteri Sergey Lavrov. Sessanta i diplomatici statunitensi che lasceranno il Paese, tanti quanti quelli espulsi da Trump pochi giorni orsono.
A candidarsi a fare da ponte tra la Russia e il resto del mondo l'Austria, che ha invocato la sua neutralità per spiegare la scelta di non seguire l'esempio degli altri Paesi europei.
"Ci riserviamo il
diritto di rispondere", replica intanto la Casa Bianca parlando di espulsioni ingiustificate, "La Russia ha deciso di isolarsi ulteriormente, stiamo rivedendo le opzioni". E Donald Trump invita Mosca a "non fare la vittima".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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