Tra Russia e Occidente la tensione è sempre più elevata. Non siamo sull’orlo di una guerra. Ma è del tutto evidente che le cose non potranno andare avanti così per molto tempo. Le imponenti esercitazioni della Nato in Norvegia, dove sono dispiegati 50mila soldati dei Paesi dell’Alleanza Atlantica, preoccupano molto l’amministrazione russa. E il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, in visita ufficiale a Madrid, ha tenuto a ribadire che la Russia considera queste manovre militari un segnale molto negativo nelle relazioni fra Mosca e Bruxelles.
L’attività della Nato è, a detta del capo della diplomazia russa, "una minaccia" a cui Mosca è tenuta a rispondere. "Ovviamente ci preoccupa, crea una vera minaccia per la sicurezza della Federazione russa e viola gravemente l'Atto della fondazione Russia-Nato che vieta il dispiegamento permanente di forze militari sui territori dei nuovi membri", ha spiegato Lavrov ai cronisti. "È chiaro che tutti i passi che stanno intraprendendo i nostri vicini della Nato per incrementare la loro infrastruttura militare e la lo presenza militare ai confini con la Federazione Russa non può prescindere da misure, soprattutto tecnico-militari, in risposta".
Il ministro russo ha comunque cercato di aprire al dialogo, dicendo che il suo governo è pronto a mettere in campo qualsiasi strategia per evitare l’innalzamento della tensione con l’Occidente. Ma è chiaro che quanto sta avvenendo in Scandinavia non fa altro che aumentare una divergenza sempre più ampia fra Nato e Russia che è ormai evidente su tutto il fronte orientale europeo. In Norvegia, la marina russa ha lanciato delle esercitazioni con lancio di missili in risposta alle manovre Nato. In Europa orientale, continua inesorabile il rafforzamento dei contingenti atlantici così come le manovre russe. E sul Mar Nero, i caccia europei e americani intercettano periodicamente aerei russi che si avvicinano al territorio balcanico.
A questa situazione di costante tensione fra i due poli del mondo (con l’Europa teatro dello scontro), si aggiungono poi le tensioni politiche e strategiche. La scelta di Donald Trump di voler abbandonare il trattato Inf per presunte violazioni da parte russa rappresenta un ennesimo motivo di scontro. Mentre le sanzioni economiche contro Mosca da parte dell’Europa e degli Stati Uniti rappresentano un cappio non indifferente sia per le aziende europee che per la società russa.
Da parte del Cremlino e della Casa Bianca sono arrivati in questi mesi segnali di dialogo. Ma a questi segnali si sono aggiunte spesso azioni di segno opposto che lasciano trasparire dei dubbi sulla strategia intrapresa dalle parti. A cominciare dagli Stati Uniti, dove appare chiaro che Trump e establishment abbiano idee molto diverse sulla posizione da prendere con Vladimir Putin. Il presidente repubblicano non ha mai fatto mistero di voler normalizzare i rappirti con Mosca. Ma il Pentagono e gli alleati sembrano andare in una direzione del tutto contraria, con Trump che appare sempre sotto assedio politico e giudiziario.
Quello che però è chiaro è che questa escalation non possa durare all’infinito. Migliaia di uomini, mezzi e missili vengono costantemente spostati e utilizzati in territorio europeo e il rischio di aumentare lo scontro o anche di incidenti pericolosi non è affatto minimo, come dimostrato dal volo di un Tupolev Tu-142 a pochi metri dalla Uss Mount Withney, in navigazione durante le esercitazioni Trident Juncture in Norvegia.
Intervistato dal quotidiano spagnolo El Pais,
il ministro Lavrov ha voluto ribadire che la Russia è pronta al disgelo. Ma il monito durante la conferenza a Madrid è stato chiaro: “Reagiremo”. E l’Europa è al centro di questo scontro di cui non è affatto protagonista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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