La minaccia arriva dalla Siberia: "Qui è in atto una mutazione"

Le informazioni relative alla variante del coronavirus individuata in Siberia sarebbero state già divulgate sulle basi dati internazionali

La minaccia arriva dalla Siberia: "Qui è in atto una mutazione"

In Russia, per la precisione in Siberia, è stata appena fatta una scoperta sul Covid che potrebbe rappresentare un vero e proprio allarme per la comunità scientifica, dato che si parla di una probabile mutazione del coronavirus. In territorio siberiano sarebbe stata appunto rilevata, dalle autorità sanitarie del posto, una “mutazione” della malattia, con conseguente rischio che il sapere consolidatosi finora a livello internazionale intorno al comportamento e alle caratteristiche genetiche del morbo si riveli non più valido, ma necessiti al contrario di nuovi approfondimenti. I dati raccolti in Siberia sono stati citati dall’agenzia di stampa del Paese slavo Interfax.

Secondo l’organo di informazione, a rivelare di recente i dettagli sulla scoperta appena fatta in tale regione russa, relativa appunto all’individuazione di mutazioni del Covid suscettibili di portare a una nuova variante della malattia, è stata Anna Popova, direttore dell'Ufficio russo di protezione dei consumatori (Rospotrebnadzor).

Prendendo la parola nel corso di un convegno digitale, la Popova avrebbe infatti dichiarato: “Abbiamo individuato alcuni cambiamenti nelle proteine. Queste alterazioni identificate in Siberia ci permettono di supporre che una variante con alcune mutazioni si stia formando in questa regione”.

L'analisi dei mutamenti genetici del nuovo coronavirus”, ha proseguito la stessa, “è diventata un'importante area di lavoro che viene realizzata dal centro Vector”, ossia dal Centro di ricerche statale russo specializzato in Virologia e Biotecnologie.

La donna ha inoltre precisato che sarebbero state già isolate 1.215 sequenze genetiche del ceppo virale mutato, parte delle quali disponibili sulle basi dati internazionali.

Cercando di tranquillizzare gli ascoltatori, lei ha immediatamente precisato che nessuna delle variazioni del Covid individuate ultimamente avrebbe determinato un aumento della contagiosità o della letalità ordinarie della malattia.

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