Scozia, consentito l'aborto fai-da-te in casa con misoprostolo

Il misoprostolo, usato per gli aborti auto-indotti, è spesso associato a complicazioni più alte rispetto agli aborti chirurgici e sotto controllo medico

Scozia, consentito l'aborto fai-da-te in casa con misoprostolo

In Scozia la decisione del governo di consentire alle donne incinte di prendere a casa farmaci per provocare l'aborto ha allarmato varie organizzazioni pro-life che temono, oltre che per la vita dei nascituri, anche per quella delle madri.

Il governo guidato dalla signora Nicola Ferguson Sturgeon (femminista, sostenitrice dell’aborto e dell’omosessualismo), attraverso la dottoressa Catherine Calderwood, capo del personale medico scozzese, ha rifiutato di revocare la sua decisione di autorizzare l'assunzione di misoprostolo al di fuori di un contesto clinico e così è stato imposto a tutti i consigli sanitari scozzesi di indicare che il misoprostolo potrà essere assunto dalle donne anche in un contesto domestico.

La Società per la protezione dei bambini non nati (Spuc) ha presentato a Edimburgo nei giorni scorsi i suoi documenti per impugnare la decisione di un giudice che ha sostenuto il governo della Scozia nella decisione di consentire aborti fatti da soli in casa.

John Deighan, direttore esecutivo di Spuc Scotland, ha dichiarato che gli avvocati dell’associazione, sostenuti economicamente da donazioni private, "hanno esposto l'illegittimità delle azioni intraprese dal governo scozzese in violazione della legge ma la sentenza è stata sfavorevole. Adesso faremo appello contro la decisione. Lo dobbiamo ai nostri ai nostri sostenitori".

La sfida della Spuc era basata su due ragioni principali: in primo luogo, che la casa non è un luogo approvato e sicuro per gli aborti e, in secondo luogo, che la legge sull'aborto richiede la presenza di personale medico, infermieri o personale clinico durante una procedura.

Dalla associazione, inoltre, sono convinti che una procedura abortiva casalinga aggraverà il trauma che l'aborto infligge alle donne, rendendole più vulnerabili alla coercizione. "Invece di essere davvero una scelta della donna", ha detto Deighan, l’aborto è "spesso diventato un'opzione che le donne sono costrette a praticare quando la loro gravidanza è inopportuna per gli altri. Ciò aggrava la sofferenza mentale subita dalle donne dopo l'aborto".

È allarmante, secondo Deighan, che adesso "le donne possano autogestirsi potenti farmaci senza un'adeguata supervisione o supporto medico". "Non possiamo rimanere in silenzio mentre una misura così dannosa viene implementata in nome dell'assistenza sanitaria".

Un portavoce del governo della Scozia si è rifiutato di commentare la vicenda trincerandosi dietro una frase di circostanza: "alla luce dell'appello, non sarebbe appropriato che il governo commentasse ulteriormente in questa fase".

La sentenza è stata accolta favorevolmente dal fornitore di mezzi aborti Bpas e dal Royal College of Obstetricians and Gynecologists, il cui presidente pro-aborto, Lesley Reagan, aveva chiesto al segretario sanitario di concedere aborti domiciliari in tutta la Gran Bretagna.

L’utilizzo in casa del misoprostolo come farmaco abortivo (spesso usato con mifepristone o

metotrexato) non è consentito in Italia ed è controverso in molti altri paesi. Il misoprostolo, usato per gli aborti auto-indotti, è spesso associato a complicazioni più alte rispetto agli aborti chirurgici e sotto controllo medico.

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