Somalia, Al-Shabaab uccide militare americano in imboscata

Al-Shabaab ha ucciso un militare americano nel sud della Somalia. La morte sarebbe avvenuta in seguito a un conflitto a fuoco tra le forze speciali Usa e i terroristi islamici

Somalia, Al-Shabaab uccide militare americano in imboscata

Al-Shabaab, gruppo terroristico legato ad al Qaeda e all’Isis, ha esultato in seguito alla conferma dell’uccisione di un militare americano nella regione del Basso Giuba, in Somalia. Il Pentagono ha precisato che la morte del soldato sarebbe avvenuta in seguito a uno scontro tra forze governative e miliziani jihadisti. Questi ultimi avrebbero teso un’imboscata ai reparti somali e statunitensi nei pressi del porto di Chisimaio, nel Sud del Paese.

L'attacco di Al-Shabaab

L’esercito Usa ha immediatamente fornito i particolari dell’accaduto. Le forze speciali di Washington erano state inviate nel Corno d’Africa per fornire assistenza all’esercito regolare somalo nella lotta contro al-Shabaab. I terroristi, ritiratisi dal porto di Chisimaio nel settembre del 2012, avrebbero attaccato le postazioni dei governativi situate nel Nord della città con colpi di mortaio e usando armi leggere. Tale imboscata avrebbe causato la morte di un soldato statunitense e il ferimento di quattro suoi connazionali e di un membro dell’esercito regolare. Il Pentagono ha dichiarato che la sortita di al-Shabaab è stata respinta e che è in via di definizione l’offensiva diretta a stroncare le sacche di resistenza islamiste intorno alla capitale del Paese. Il presidente Donald Trump ha espresso le proprie condoglianze alla famiglia del militare ucciso e a quelle dei feriti. È stato proprio Trump a inviare nuovamente nel Corno d’Africa le truppe Usa dopo la ritirata avvenuta nel 1993, anno della battaglia di Mogadiscio. L’offensiva jihadista costò la vita a 18 soldati americani e accelerò il rimpatrio dei contingenti occidentali.

La lotta al terrore di Trump

L’uccisione del membro delle forze speciali statunitensi è la prima avvenuta sul suolo somalo dal maggio del 2017, quando un conflitto a fuoco nei dintorni della capitale tra reparti di Washington e miliziani fece registrare un caduto e due feriti. Dall’insediamento di Donald Trump, la guerra al terrore si è estesa al continente africano. Quest’ultimo, infatti, è visto come un terreno estremamente fertile per il proselitismo e la propaganda dei gruppi terroristici.

Il Niger e la Somalia, in particolare, hanno visto crescere costantemente la presenza militare a stelle e strisce, presenza intesa a coadiuvare le truppe locali e i contingenti dell’Unione africana nella battaglia contro i seguaci di al-Qaeda e dell’Isis.

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