La statua del Papa alla frontiera dove sarà costruito il muro di Trump

La statua di papa Francesco collocata a Ciudad Juarez, alla frontiera tra Messico e Stati Uniti. L'artista: "La comunità umana non ha frontiere"

La statua del Papa alla frontiera dove sarà costruito il muro di Trump

Di un bianco immacolato e alta più di quattro metri, una scultura di papa Francesco realizzata da un artista messicano è stata innalzata a Ciudad Juarez, città messicana dello Stato di Chihuahua. E vigila da oggi alla frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti. La statua è stata installata ne El Punto, il luogo visitato dal Pontefice nella sua visita pastorale in Messico lo scorso anno.

Quattro metri e 60 centimetri di altezza, oltre una tonnellata di peso, tutta bianca. È la statua di papa Francesco che da qualche giorno "vigila" sul passaggio battuto dai migranti latinoamericani che cercano di raggiungere gli Stati Uniti. "È un simbolo dell'amore, bontà e solidarietà - ha spiegato l'artista autore della scultura, Pedro Francisco Martinez - il braccio sinistro è parallelo al Rio Bravo (che divide il Messico dagli Stati Uniti, ndr) perché lanci un messaggio di speranza con la colomba e unisca la nostra città con El Paso (la città in Texas, subito dopo il confine, ndr): sono città unite e che non devono essere separate nè da un muro nè da un fiume. La comunità umana non ha frontiere".

L'inaugurazione della statua è avvenuta alla presenza del sindaco della città, Enrique Serrano. L'orchestra Azteca, formata da 120 giovani musicisti, e la Santa Messa presieduta dal vescovo locale, José Guadalupe Torres, hanno poi terminato una giornata segnata anche da numerose proteste al confine con gli Stati Uniti. "Basta con i muri, basta con i rimpatri forzati", hanno intonato a Tijuana gli attivisti, immigrati rimandati a casa che hanno preso parte alla protesta. Tra i manifestanti, c'è anche chi ha voluto irionicamente ringraziare Donald Trump per "aver unito l'America Latina". le relazioni con gli Stati Uniti, ha affermato la senatrice Rosa Maria Beristain, attraversano un momento "critico", tale per cui il Messico deve cominciare a rafforzare le proprie relazioni con altri paesi e cessare di dipendere economicamente dal vicino settentrionale.

La protesta a Tijuana era stata preceduta da quella a Ciudad Juarez: una catena umana di un chilometro circa di lunghezza, lungo il Rio Grande, a formarla, bambini e adolescenti con in mano fiori e nastri bianchi, attivisti, autorità locali, parlamentari, con rose bianche in segno di pace, tutti in fila davanti al confine. "Tenendoci per mano daremo prova di quella unità nazionale che non distingue tra le persone", ha affermato in un discorso il senatore Armando Ríos Piter, uno degli organizzatori della manifestazione. "Vogliamo urlare ai quattro venti che il Messico è più di un muro". Alla protesta ha preso parte anche il sindaco di El Paso, Oscar Leeser, che ha parlato delle due città descrivendole come "una sola".

"Siamo la stessa cosa e siamo una sola cosa", ha affermato. Il sindaco di Ciudad Juárez, Armando Cabada, ha rilevato come il messaggio inviato dalla catena umana sia chiaro: "La regione di frontiera è più unita che mai".

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