Rivoluzione nei campi profughi: tende più spaziose e in grado di immagazzinare l'acqua

Una designer canadese dopo aver visto le immagini dei rifugiati siriani, costretti a vivere nelle tendopoli, ha inventato delle tende innovative per ridare decoro e dignità alla vita delle persone

Rivoluzione nei campi profughi: tende più spaziose e in grado di immagazzinare l'acqua

Le immagini dei campi profughi sono continue, rappresentazione per antonomasia di luoghi dell'assenza di tutto, solo la precarietà e l'incertezza sono le garanzie in una tendopoli . Però, difronte a certe istantanee e alla violenza del loro contenuto, c'è chi ha deciso di reagire, chi non è rimasto anestetizzato dal flusso continuo di scene che ritraggono milioni di persone alloggiate in campi d'accoglienza improvvisati, ma ha lavorato per cercare di creare una struttura in grado di dare maggiore dignità e decoro alla vita delle persone. Abeer Seikaly, una designer canadese di origine giordana ha progettato infatti tende innovative e più sicure da collocare nei campi sfollati per migliorare la vita di chi ci vive.

La tenda progettata dalla designer è alta due metri e larga cinque , alimentata da energie rinnovabili e ha un doppio sistema di ventilazione che permette di trattenere il calore d'inverno, o comunque in contesti di rigidità, mentre d'estate o quando le temperature diventano torride, si genera un circolo d'aria che crea un po' di refrigerio. Ma non è tutto perchè la tenda è dotata anche di un sistema di raccolta dell'acqua piovana che viene filtrata e immagazzinata e tutto il meccanismo della struttura funziona grazie all'energia solare che alcune batterie trattengono.

Le Weaving Homes, così come sono state battezzate dalla loro creatrice, dovrebbero essere pronte a breve nella loro forma definitiva e far così il loro ingresso nei campi profughi.

Abeer Seikaly, in merito al suo progetto ha poi così parlato '' Ogni volta che trovi una soluzione sembra che nascano altri 10 problemi. Ma non per questo mi perdo d'animo. Ormai siamo arrivati in prossimità della fine e all'obiettivo finale: ridare dignità a chi l'ha persa a causa di una guerra che non ha voluto''

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